Save the Children: presentato “5º Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia”

Infanzia a rischio (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
Infanzia a rischio (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

Sono anche e soprattutto i bambini ad essere le vittime più indifese della crisi e coloro sui quali pesano di più le difficoltà economiche delle famiglie. Ma, al di là della situazione contingente, che comunque crea anche tutta una serie di allarmi sociali, le prospettive future sono ben più preoccupanti. I nuclei indigenti sono sempre più numerosi e ben 1,4 milioni di questi si trova in condizione di povertà assoluta. Sono questi i segnali negativi enunciati dal rapporto di Save the Children, il “5º Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia”.

Il 37% dei bambini (3,7 milioni), ossia coloro che vicino nelle aree metropolitane, devono far fronte ad una vita disagiata in queste zone, dove spesso latitano i servizi e le opportunità per loro, oltre alle possibilità di svago. A questo si aggiunga che anche le scuole non “tengono occupati” i minori, dal momento che meno del 50% di queste prevede giornate a tempo pieno.

L’emergenza abitativa, esplosa improvvisamente quest’anno dopo anni di noncuranza da parte delle istituzioni, ha lasciato in strada 65 mila famiglie nel 2013, sfrattate per morosità incolpevole, una percentuale dell’8,3% maggiore rispetto all’anno precedente.

Save the Children segnala però nel suo rapporto anche la nascita delle prime scuole “open space” e l’inaugurazione, solo nel 2014, di ben 11 “Punti Luce” della sua organizzazione, ossia spazi dove fornire ai bambini nuove opportunità educative, nell’ambito della campagna “Illuminiamo il futuro”.

Il direttore generale di Save the Children, Valerio Neri, ha commentato: “I dati documentano una sempre maggiore riduzione degli spazi di autonomia, socialità, svago dei nostri bambini e contemporaneamente degli spazi mentali, di opportunità di formazione e crescita intellettuale, il che spinge l’infanzia sempre più ai margini. Il disagio di tante periferie è sotto gli occhi di tutti. Luoghi non per forza lontani dai centri città ma comunque svantaggiati e fragili, deprivati del verde, di aree comuni, di trasporti, di scuole a tempo pieno, di biblioteche, di spazi sportivi, e sempre più popolati da giovani coppie con bambini. Le periferie sociali sono le nuove città dei bambini. E’ da qui che dobbiamo ripartire per offrire loro un futuro”.

Sui dati di Save the Children, Coldiretti ha tratto conclusioni più approfondite, denunciando che nel 2012 sono stati ben 428.587 i bambini con meno di 5 anni ad aver chiesto aiuto per avere il latte o mangiare. A soffrire prevalente di un’alimentazione inadeguata sono i minori dell’Italia meridionale, che sono 149.002, il 35% del totale dei bisognosi, e a seguire quelli dell’Italia settentrionale (129.420, il 30% del totale). Nel dettaglio, più del 40% di coloro che necessiterebbero di aiuto sono distribuiti tra Campania e Sicilia. L’associazione dei coltivatori diretti ha affermato che questi dati sui bambini “sono la punta più debole di un iceberg che conta 4.068.250 più poveri dei poveri che nel 2013 in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare”.

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