Torture della Cia: gli jihadisti chiedono vendetta

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Manifestazione per la chiusura di Guantanamo (Win McNamee/Getty Images)

Il segretario di Stato Usa John Kerry aveva chiesto alla presidente della Commissione Intelligence del Senato Usa, la senatrice democratica della California Dianne Feinstein, di “prendere in considerazione” la tempistica della diffusione del rapporto sulle tecniche di tortura usate dalla Cia nelle prigioni segrete in Europa e Asia. L’effetto che il documento avrebbe provocato era ampiamente previsto. Obama era a conoscenza dell’obiezione di Kerry ma ha continuato a sostenere la diffusione del rapporto. Oggi, dopo le prime relazioni contenute alla relazione di 480 pagine diffusa dal Senato Obam non aggiunge commenti alle parole di ieri – “I duri metodi utilizzati dalla Cia sono contrari e incompatibili con i valori del nostro Paese” aveva detto – mentre il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, sembrava già presagire quella che sarebbe stata la reazione internazionale alle rivelazioni contente nel rapporto: “i metodi della Cia hanno in modo significativo l’autorità morale” degli Stati Uniti. Ma la prima a perdere di credibilità – una credibilità già soverchiata da una fama sinistra – è la stessa l’Intelligence. Il rapporto rivela che alcuni funzionari della Cia contestarono la legalità degli interrogatori, ma che i vertici dell’agenzia li misero a tacere perché “quel tipo di linguaggio non era utile”. Utile a cosa? Secondo il direttore direttore della Cia, John Brennan a “produrre informazioni di intelligence, a evitare attacchi, a catturare terroristi e a salvare vite umane”, un obiettivo ridicolizzato dalle conclusioni cui perviene il rapporto del Senato che è perentorio sul punto: “le torture furono del tutto inutili”. Senza contare che se anche fossero state utili erano comunque torture. Brennan ha aggiunto “uomini e donne dell’Agenzia hanno lavorato nel mondo 24 ore al giorno per prevenire attacchi terroristi” ricevendo il plauso del leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell secondo cui le iniziative della Cia “Sono servite a catturare pericolosi terroristi, oltre che uccidere Osama Bin Laden”. Una voce isolata quella di Mitch McConnell che viene presto travolta dalle parole di biasimo suscitate dal rapporto nel proscenio internazionale. A Ginevra, l’alto commissario dell’Onu per i diritti umani ritiene che il rapporto riveli “una chiara politica orchestrata ad alto livello all’interno dell’amministrazione Bush” e chiede che gli ufficiali della Cia e i funzionari del governo Usa siano portati davanti a un tribunale. La Cancelliera tedesca Angela Merkel si dice “assolutamente sorpresa” dai contenuti della relazione: “Sono sconvolta esattamente come tanti americani e tante americane”, dichiara mentre sul quotidiano Bilt le fa eco il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier: “Ciò che veniva considerato giusto nella battaglia contro il terrorismo islamista, è invece inaccettabile ed è stato un grave errore”. Il presidente afgano Ashraf Ghani parla “atti disumani” daparte della Cia: “Ho letto tutto il rapporto. E leggendolo mi sono indignato”. Su Twitter la guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, parla degli Usa come del ” simbolo della tirannia contro l’umanità”. L’occasione offerta dalla relazione del Senato è quasi irripetibile: ecco così che anche la Cina – da che pulpito – invita gli Stati Uniti di “correggere la sue pratiche e rispettare e seguire le regole prese dalle convenzioni internazionali” parole . Perfino la Corea del Nord di Kim Jong-Un chiede al Consiglio di sicurezza dell’Onu di condannare gli Usa. Tutto questo mentre, responsabile della Cia durante il secondo mandato del presidente degli Stati Uniti George W. Bush. dichiara alla televisione americana “Non ho mentito e non ho ingannato il Congresso” ha affermato “Ho sempre dato al Congresso tutte le informazioni che avevo” sottolineando non senza orgoglio “E’ bene che i cittadini adesso sappiano quali sforzi stava facendo la Cia per proteggerli” dicendosi preoccupato che “le rivelazioni trasformino la Cia in un’agenzia timida”. Tutto questo mentre gli jihadisti promettono vendetta su twitter. Lo riferisce Site, il sito di intelligence che monitora l’attività sul web degli estremisti islamici. Gli jihadisti chiedono all’Isis di usare con i propri ostaggi, americani e occidentali, le medesime tecniche di tortura utilizzate dalla Cia di filmarli e di pubblicarli in rete. La violenza terrà ancora banco c’è da scommetterci e finirà per convincere ancora di più un John un Brennan o a un Michael Hayden di essere la soluzione e non il problema.

ADB