Unità a sinistra, Landini ribadisce: “Non sono lo Tsipras italiano”

Maurizio Landini (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty  Images)
Maurizio Landini (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Da mesi, partiti e associazioni che puntano a ricostruire l’unità a sinistra si aggrappano a lui come se fosse l’uomo della provvidenza, anche in virtù di alcuni sondaggi favorevoli, ma il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ha più volte ribadito quale sia il suo ruolo e oggi, intervenendo alla trasmissione ‘Agorà’, su Raitre, ha puntellato in maniera definitiva quale ritiene che sia il suo futuro: “Io Tsipras italiano? Ho intenzione di fare il sindacalista”. Nello stesso modo in cui, infatti, molti immaginano Landini leader della sinistra unitaria, altrettanti nella Cgil sognano che possa essere lui il segretario generale del più grande sindacato italiano, una volta concluso il mandato di Susanna Camusso.

Da far suo, Landini preferisce bollare certi argomenti con una battuta secca e puntare tutto sui contenuti: “Penso che ci sia bisogno di una riforma anche del sindacato e di un sindacato che sia sempre più autonomo e indipendente dai partiti, dai governi e dalle imprese”. Quindi entrando nel merito: “Lo sciopero generale del 12 non sarà l’ultimo perché non siamo d’accordo con le politiche che si stanno facendo. Io non voglio fare un partito, voglio fare il sindacalista: di fare minoranza non mi interessa nulla”.

“In questi anni, lasciando libera l’impresa di fare ciò che voleva senza alcun vincolo, si è determinato un disastro” – sottolinea ancora Landini nel corso del suo intervento – “La discussione oggi non dovrebbe essere su quale sia la forma di lavoro ma su che tipo di impresa ci serve per essere competitivi. Continuare a dire che tutto ciò che fa Landini, la Fiom, la Cgil, lo fa perché vuole fare un partito, è un modo di delegittimare quello che il sindacato sta facendo”.

Politica e lotta alla corruzione

Facendo poi riferimento all’inchiesta sulla mafia nella Capitale, Landini sostiene: “Sono sorpreso di chi si sorprende di ciò che sta succedendo: non si poteva certo dire che non si sapesse ciò che stava succedendo o quali fossero i problemi che avevamo di fronte. Lo dico perché, come è noto, il 12 dicembre c’è lo sciopero proclamato dalla Cgil: tra le sue ragioni ci sono la lotta vera all’evasione fiscale e alla corruzione, una legge anti riciclaggio, una legge sugli appalti”.

Il segretario Fiom non ha dubbi: “Se ragioniamo, tutto quello che sta avvenendo parte dal sistema degli appalti che non solo sta determinando una riduzione dei diritti dei lavoratori ma, per come è fatto, è diventato il sistema per cui interi pezzi dell’economia reale sono in mano alla criminalità organizzata”. Landini prosegue: “Se non interviene la magistratura, il sistema politico, e talvolta anche quello istituzionale, non è in grado di sconfiggere la corruzione”. Quindi conclude il suo ragionamento: “Che uno dei problemi della nostra economia non sia l’articolo 18 ma la criminalità organizzata non c’era bisogno di capirlo dalle indagini di questi giorni”.

 

GM