
Come conseguenza di una legge promulgata in Spagna, che obbligherà Google a pagare gli editori per poter pubblicare anche solo un estratto dei loro articoli, il colosso di Mountain View ha deciso di chiudere il suo servizio di news nel Paese iberico a partire dal 16 dicembre. Si tratta di una decisione senza precedenti, sia dalla parte del motore di ricerca di informazioni più utilizzato al mondo, sia da parte di uno Stato dell’Ue, che da tempo accusa Google di compiere abusi in virtù della sua posizione dominante.
A finire nel mirino dei legislatori spagnoli è la pubblicazione dei cosiddetti “abstract” delle notizie, ossia dei brevi riassunti del contenuto, che rimandano al link originario dove è presente l’articolo completo. Per la “parte lesa” degli editori questo costituirebbe un “furto”, dal quale Google News trarrebbe “enormi” profitti senza che questi ricevano alcuna ricompensa: la proposta, che con questa legge ha trovato applicazione, anche se per ora in un solo Paese, è dunque quella di far pagare al motore di ricerca una tassa per “l’aggregazione” di un articolo altrui.
Il punto di vista di Google, però, fa immediatamente crollare il castello accusatorio, dal momento che Google News non presenta alcuna pubblicità, dunque non percepisce introiti diretti dalla pubblicazione degli articoli dei vari editori. Anzi, fornisce a questi il modo per monetizzare, eventualmente, tramite l’uso di Google Adsense (che nel 2011 ha distribuito agli editori partner circa 6,5 miliardi di dollari di introiti).
In secondo luogo, il motore di ricerca non fornisce il contenuto completo, ma solamente un “assaggio” di quello che si troverà cliccando sul link: questo rappresenta piuttosto una notevole pubblicità a molte fonti, come dimostrano anche diversi studi sul fatto che l’uso di Google News aumenti l’affluenza del proprio sito mediamente del 20%. Secondo un’indagine di Pew Research del 2011, questo in concreto si traduceva in un vantaggio per gli editori del 30% (circa 10 miliardi di viste).
Il capo di Google News, Richard Gingras, ha spiegato la posizione dell’azienda, che si sente sempre più messa alle strette da queste “Google Taxes”: “Questa nuova legge impone alle testate di richiedere un compenso a Google News per mostrare anche piccoli frammenti del loro testo, indipendentemente dal fatto che queste vogliano farsi pagare o no. Dal momento che Google News non genera ricavi (non mostriamo nessuna pubblicità sul sito) questo approccio semplicemente non è sostenibile. Perciò, è con grande dispiacere che il 16 dicembre (prima dell’entrata in vigore della nuova legge a gennaio) rimuoveremo gli editori spagnoli da Google News e chiuderemo Google News in Spagna”.
“Per secoli, gli editori – aggiunge Gingras – si sono scontrati con i limiti insiti nella distribuzione delle copie stampate. Internet ha cambiato tutto, creando incredibili opportunità ma anche sfide concrete per gli editori, che hanno visto aumentare la competizione nell’attrarre lettori e investimenti pubblicitari. Noi continueremo a impegnarci per aiutare l’industria dell’informazione ad affrontare queste sfide e siamo felici di continuare a collaborare con le migliaia di partner che abbiamo nel mondo, così come in Spagna, per aiutarli ad aumentare lettori e fatturato online”.
Ap