
L’Italia rispetti il Patto di Stabilità e le regole di bilancio europee, non lo dicono solo Angela Merkel e Jean-Claude Juncker, ma anche la Banca centrale europea. “E’ importante per l’Italia assicurare il pieno rispetto dei requisiti del Patto di stabilità e crescita e della regola del debito per non mettere a repentaglio la sostenibilità delle finanze pubbliche e preservare la fiducia dei mercati”, si legge nel bollettino di dicembre della Bce. “Il documento programmatico di bilancio (La legge di stabilità italiana, ndr) prevede un obiettivo di disavanzo del 2,6% del Pil nel 2015, meno severo – sottolinea la Bce – rispetto all’obiettivo dell’1,8% del Pil stabilito nell’aggiornamento del programma di stabilità del 2014″.
L’istituto di Francoforte ha poi rinnovato il richiamo alle riforme, affermando che la propria politica monetaria accomodante “contribuisce a sostenere” la ripresa dell’Eurozona, ma da sola non basta, anche i Paesi europei devono fare la loro parte, dando un “contributo decisivo“, sollecita la Bce nel bollettino, attuando “riforme strutturali” che “siano credibili ed efficaci per incoraggiare gli investimenti ed anticipare la ripresa”.
La Banca centrale europea ha poi rinnovato il proprio impegno ad adottare “ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato” contro i rischi di un periodo troppo lungo di bassa inflazione. Il consiglio direttivo “rimane unanime” in questo senso, ha comunicato la Bce.
Intanto, oggi è partita la seconda asta Tltro (Targeted Long Term Refinancing Operation – Operazione di rifinanziamento mirata a lungo termine), tra le misure straordinarie prese dalla Bce a giugno per contrastare l’inflazione troppo bassa e la crescita stagnante dell’economia nella zona euro. Si tratta di prestiti a lungo termine che la Bce concede alle banche europee perché queste finanzino a loro volta l’economia reale, soprattutto con prestiti a piccole e medie imprese. Una immissione di liquidità nel sistema economico per la quale la Bce ha assegnato oggi alle banche europee 129,8 miliardi di euro. Gli analisti avevano stimato un prestito compreso tra i 90 e i 250 miliardi e si aspettavano di più. Nella precedente asta Tltro di metà settembre, la Banca centrale europea aveva assegnato alle banche poco più di 82 miliardi di euro, un prestito che tuttavia non ha avuto l’esito sperato. Se nemmeno la seconda asta avrà un effetto sull’economia reale, alla Bce non resterà che la misura del quantitative easing, ovvero dell’acquisto massiccio dei titoli di Stato dei Paesi europei, nonostante le opposizioni dei falchi tedeschi.
V.B.