Risposta di Putin alle sanzioni Ue: accordo con l’India sul nucleare

Putin accordo con l'India sul nucleare
Vladimir Putin (Fred Dufour/Getty Images)

Il mondo è grande  deve essersi detto Valdimi Putin dopo che le sanzioni occidentali hanno colpito duramente l’economia russa. Un inverno economico che ha causato un ‘aumento dei prezzi delle materie prime, con un rincaro del pane che potrebbe spingersi fino al 10%. Prezzi che salgono e rublo che scende, inesorabilmente, con il dollaro al suo massimo storico alla borsa di Mosca. La moneta americana viene scambiata a 54,93 rubli.
Ma il mondo è grande, appunto, e la Russia è troppo orgogliosa per capitolare così in fretta. Nel suo discorso di fine anno alla Duma il presidente Putin era apparso un leader tutt’altro che rassegnato, con un 85% per centro di popolarità in grado di scaldargli il cuore e indurlo a rilanciare su tutto: Ucraina, Crimea, Economia. Il dollaro pesantissimo sul rublo non sembra dunque schiacciare il presidente russo, non ancora. Putin si era mosso per tempo.  Dapprima con stipulando un accordo con la Cina per una fornitura trentennale di gas, durante il vertice il vertice Apec di Shangai ora con l’India da dove ha annunciato la collaborazione per la costruzione di dieci reattori nucleari in territorio indiano. Secondo il premier Narendra Modi i reattori “avranno i più alti standard di sicurezza al mondo”. Una collaborazione ambiziosa che porta con sé un indotto in grado di fare da traino su più livelli, alle relazioni commerciali tra Mosca e New Delhi: il programma contempla la fabbricazione di apparecchiature e componenti in India ma, sopratutto, segna l’inizio di una cooperazione tra i due per la costruzione di centrali nucleari in altri Paesi. A sottolineare questo aspetto è lo stesso Putin che rilancia nella sua strategia di allontanamento dall’Occidente, mentre Modi sottolinea come la Russia resterà a lungo il principale partner dell’India in materia di difesa.

Una Russia sempre più lontana dall’Europa

Il Cremlino punta dunque a rompere l’accerchiamento. Punta su partnership commerciali e strategiche pesantissime, più pesanti alla lunga di quel dollaro che oggi schiaccia il rublo: gas naturale, petrolio, nucleare. E si parla anche di difesa, inevitabilmente: l’intensificarsi di una relazione di questa natura non potrebbe non contemplare un’alleanza ulteriore. E allora appare simile ad un monito la scelta di Putin di farsi affiancare nel viaggio in India da Serghiei Aksionov leader di quella repubblica di Crimea tornata tra le braccia della Russia a marzo con un referendum che la comunità internazionale non ha inteso riconoscere.E proprio Aksionov ha siglato a Nuova Delhi un memorandum d’intesa tra la Crimea e l’associazione imprenditoriale ‘Partnership indiano-crimeana’ presieduta da Gul Kripalani per sviluppare la cooperazione nei settori farmaceutico, agricolo e turistico. Un modo per ribadire che la Crimea esiste, è autonoma, è un partner commerciale che se sdegnato in Occidente è corteggiato altrove, come la Russia. L’India si è rifiutata di appoggiare le sanzioni occidentali varate contro la Russia e Putin oggi ringrazia, tesse legami nuovi e rinsalda quelli antichi. Nell’agenda del leader russo anche colloqui con il presidente indiano Pranab Mukherjee e Sonia Gandhi, presidente  del Congresso Nazionale Indiano il partito di opposizione, il . Il mondo è grande e da Nuova Delhi l’Europa appare sempre più miope e piccola.

ADB