Renzi ai sindacati: “Auguri per lo sciopero, noi lavoreremo”

Matteo Renzi (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
Matteo Renzi (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Nel corso della conferenza stampa congiunta coll’omologo turco Ahmet Davutoglu, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha parlato dello sciopero generale di Cgil e Uil previsto per domani, sostenendo di avere “profondo rispetto per i sindacati, anche se sullo sciopero non la pensiamo come loro”. Il premier ha aggiunto: “Cambieremo il paese anche per loro. In bocca al lupo a chi fa sciopero, ma noi lavoreremo”. Poi ha chiarito: “Speriamo che possano risolversi le polemiche di questi giorni tra il ministero delle infrastrutture e la leader della Cgil. C’è un diritto alla sciopero che deve essere assolutamente garantito”.

Renzi ha anche parlato del voto di ieri in Commissione affari costituzionali: “Incidenti di percorso ce ne sono. Ce n’e stato uno ieri in commissione Affari costituzionali. Recupereremo in aula, perché non è possibile fare soluzioni pasticciate e perché questo voto è stato considerato un segnale politico”. Il premier sposa quindi la tesi del chiarimento interno: “Dei segnali politici, il Pd parlerà in modo molto chiaro all’assemblea nazionale. Le riforme andranno in aula a gennaio, e per quello che mi riguarda la legislatura finisce nel 2018”.

Infine, Renzi, in qualità di presidente di turno dell’Unione europea, ha ribadito l’impegno dell’Italia per l’adesione della Turchia all’Unione Europea: “Ci sentiamo impegnati perché il percorso di adesione della Turchia all’Ue vada avanti. Faremo ogni sforzo”.

Acceso dibattito nel Pd

Prosegue intanto il dibattito nel Partito Democratico, dopo quanto avvenuto ieri in Commissione; l’ex premier Massimo D’Alema ha replicato alle parole del sottosegretario Delrio: “E’ stupefacente che una persona ragionevole come il sottosegretario Delrio, nel giorno in cui escono i dati della produzione industriale con l’ennesimo segno meno a conferma della gravità della crisi del nostro paese, non trovi di meglio che minacciare i parlamentari”.

D’Alema ha aggiunto: “Delrio dovrebbe sapere che le riforme costituzionali sono materia squisitamente parlamentare e che i deputati e i senatori hanno il diritto e il dovere di cercare di migliorare testi che restano contraddittori e mal congegnati malgrado il notevole impegno della relatrice”.

All’ex presidente Ds replica il deputato del Partito democratico Matteo Richetti: “D’Alema parla di fantomatiche minacce? Evidentemente della materia se ne intende. Quando la minoranza Pd arriva a sostenere di aver mandato sotto il governo per dare un ‘segnale’, viene da chiedersi cosa si debba intendere per minacce politiche. Ad essere stupefacente è vedere come un ex premier del centrosinistra come D’Alema preferisca darsi a polemiche e operazioni da vecchia politica invece di sostenere le riforme che i cittadini aspettano da anni”.

Difesa a spada tratta del premier anche da parte del sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, che su Twitter scrive: “Partito della palude si è rimesso in moto. Va bene tutto purché non cambi nulla! Ha governato per anni, non ha chiesto scusa e dà lezioni”.

 

GM