
Quasi a tentare di ammorbidire le parole dei giorni scorso sul “no a nuova flessibilità“, il Commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici ha definito l’Italia “un buon interlocutore” e ha aggiunto che “la Commissione europea e l’Italia lavorano in stretta collaborazione”. L’occasione è stata quella di una conferenza stampa a Roma, dopo un incontro tra il commissario e il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi. “Devo riconoscere il grande sforzo delle riforme poste in essere, che la Commissione accoglie favorevolmente per costruire un’economia più competitiva con maggiore occupazione e crescita”, ha osservato il Commissario Ue. Quindi ha proseguito: “Devo fare un tributo alla presidenza italiana della Ue, che ha consentito buoni progressi all’ultimo consiglio Ecofin, ad esempio rafforzando la Mifid, per lottare contro certi meccanismi fiscali”.
Moscovici ha tenuto a precisare, che la Commissione Ue non deve “indicare ai Paesi la lista delle riforme da fare. L’importante è che le riforme, che scelgono loro, spingano la crescita, anche nel lungo termine”. E’ quello che il commissario agli Affari economici ha risposto alla domanda di un giornalista che chiedeva se le riforme del governo Renzi fossero sufficienti. Quindi Moscovici ha spiegato che la Commissione Ue aspetta di ricevere ulteriori informazioni dall’Italia sulle riforme avviate entro la terza settimana di gennaio, prima di decidere come comportarsi riguardo ai conti pubblici italiani. La Commissione, ha precisato, è intenzionata ad avere informazioni complete sull’andamento dell’economia italiana nel 2014, sulle prospettive di crescita e gli impegni per il 2015. Solo dopo aver acquisito tutte queste informazioni, ed aver avuto riscontri sull’effettivo impegno e sui risultati del nostro Paese sul fronte delle riforme, verrà formulato il giudizio finale della Commissione Ue sulla promozione o bocciatura dell’Italia a marzo, con la diffusione delle previsioni economiche di inverno per l’Unione europea.
Infine, Moscovici ha lanciato l’allarme su bassa crescita e alta disoccupazione di lunga durata. L’Europa, ha avvertito, rischia “un decennio” di stagnazione economica.
V.B.