
Sono passati 45 anni dalla strage alla Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana, a Milano, avvenuta il 12 dicembre 1969, e che causò 17 vittime e decine di feriti, dando avvio a quella che è stata definita come la stagione delle stragi, provocando decine e decine di morti, conclusasi con l’esplosione alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che uccise 85 persone.
Una strage che non ha colpevoli: a settembre del 2013, infatti, il gip di Milano Fabrizio D’Arcangelo ha accolto la richiesta della Procura di archiviare l’ultima indagine sulla strage. Lo ha reso noto il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati che in una nota scrive che “con un procedimento depositato in data odierna, in accoglimento della richiesta avanzata dalla procura ed a scioglimento della riserva assunta, il gip presso il tribunale di Milano ha disposto l’archiviazione” del fascicolo aperto contro ignoti “relativo a tutti i filoni di indagine relativi alla strage di Piazza Fontana”.
Si trattava dell’inchiesta che ipotizzava una “doppia bomba” posta sia dai neofascisti che da un gruppo di anarchici, ipotesi ripresa anche dalla pellicola di Marco Tullio Giordana “Romanzo di una strage”. In realtà, vi è una sentenza della Cassazione del 3 maggio 2005 che nelle motivazioni sostiene come la strage fu realizzata “da gruppo eversivo costituito a Padova, nell’alveo di Ordine Nuovo”, che sarebbe stato “capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura”. Vent’anni prima, però, la Corte d’Assise d’Appello di Bari assolse per insufficienza di prove Franco Freda e Giovanni Ventura, insieme a Mario Merlino e all’anarchico Pietro Valpreda.
Due anni dopo, quella sentenza passa in giudicato e quindi Freda e Ventura che – spiega la Cassazione – essendo stati “irrevocabilmente assolti dalla Corte d’assise d’appello di Bari”, non sono più imputabili per lo stesso reato.
Il ricordo del mondo politico
E mentre il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha convocato una seduta straordinaria del Consiglio comunale dedicata al 45/o anniversario dalla Strage di Piazza Fontana, in pochi sembrano attenti, a livello nazionale, nel sottolineare l’importanza di conservare la memoria di un evento così tragico della storia dell’Italia repubblicana. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si limita a un tweet: “Un pensiero commosso alle vittime della strage, una ferita mai guarita nel nostro paese”. In apertura di Consiglio Comunale, Pisapia parla di “simbolo del nostro dolore, ma anche del nostro riscatto”.
“Il nostro pensiero va alle associazioni dei familiari delle vittime, soprattutto oggi che sono 45 anni dalla terribile strage di piazza Fontana a Milano, in cui morirono 17 persone e altre 88 rimasero ferite”, scrive il presidente della Camera, Laura Boldrini. Ma nulla più. Forse è anche per questo che – come invece sottolinea la pagina satirica Kotiomkin – “l’Italia è quel paese che sa tutto della mamma di Loris e ancora niente di piazza Fontana“.
Giuseppe Gabriele Mastroleo