
Sora. Frosinone. Antonio Palleschi è accusato di omicidio, occultamento e vilipendio cadavere. L’uomo, muratore di 43 anni, avrebbe confessato l’omicidio di Gilberta Palleschi, la professoressa di inglese, rappresentante dell’Unicef scomparsa a Sora circa 40 giorni fa. Secondo l’accusa l’uomo, dopo aver ucciso l’insegnante, ha occultato il cadavere in un dirupo in campagna e il giorno dopo è tornato sul luogo dove lo aveva nascosto tentando di avere un rapporto sessuale.
”Il cerchio è chiuso, l’omicidio è stato risolto. Una pagina nera per la prevenzione dei reati sulle donne”. Nel frattempo la notizia del ritrovamento del corpo di Gilberta è piombata come un macigno sulla famiglia dell’insegnante di inglese – ha detto il procuratore capo Mario Mercone – .
Alla cognata aveva detto: “Vado a fare la solita passeggiata”. Ma a casa non è più tornata. Le ricerche si erano concentrate prima sul percorso da jogging della donna, su cui erano stati ritrovati una scheda sim, un bracciale spezzato, delle cuffiette e un mazzo di chiavi, e nelle acque del fiume Fibreno. Poi i carabinieri avevano esteso il raggio d’azione non escludendo nessuna pista: dall’aggressione all’investimento stradale. La famiglia aveva deciso anche di fissare una ricompensa di ventimila euro per chiunque avesse dato notizie sulla donna”
UCCISA DA UN SASSO
Il cadavere senza vita di Gilberta, è stato ritrovato mercoledì 10 in località Carpello a Campoli Appennino, una manciata di chilometri da San Martino, a Broccostella, da dove lo scorso primo novembre la professoressa d’inglese era sparita nel nulla mentre faceva jogging. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, era in un dirupo. Davanti agli inquirenti, coordinati dal procuratore di Cassino Mario Mercone e dal pm Beatrice Siravo, il muratore ha ricostruito quanto accaduto il giorno della scomparsa di Gilberta. Ha confessato di aver avvicinato la segretaria dell’Unicef Lazio e di averla aggredita per cercare di violentarla. Poi, davanti alla resistenza dell’insegnante l’avrebbe colpita,una volta finita a terra, con alcuni calci alla testa (l’uomo, da quanto emerso, calzava scarpe da lavoro). «Solo calci, nessun pugno», precisa il suo difensore. A quel punto, forse credendo ormai morta Gilberta Palleschi, l’ha caricata nel cofano della sua vettura portandola a Campoli Appennino. Lì, in località Carpello, come confermato anche dal suo avvocato, l’ha quindi gettata in un dirupo. Quando il corpo della donna è stato fermato dalla vegetazione, il muratore sarebbe sceso e avrebbe scaraventato una pietra di alcuni chili sulla nuca di Gilberta Palleschi, uccidendola.
MD