
Nel mare di polemiche sulla necessità di riformare la scuola italiana e sull’annosa questione dell’edilizia scolastica, ogni tanto arriva una bella notizia: sono due gli insegnanti italiani candidati al Global Teacher Prize, già ribattezzato “Premio Nobel per insegnanti” e organizzato quest’anno per la prima volta dalla Varkey GEMS Foundation, un’organizzazione internazionale impegnata in prima linea nelle campagne a sostegno dell’educazione. Sono state 5mila le segnalazioni arrivate, 1.300 i candidati idonei e alla fine ne sono stati selezionati cinquanta: tra loro Daniela Boscolo e Daniele Manni, insegnanti rispettivamente presso l’Istituto “C. Colombo” di Porto Viro, in provincia di Rovigo, e presso l’Istituto “Galilei – Costa” di Lecce.
Quattro i criteri di selezione che ha portato i due insegnanti italiani a essere inseriti nella rosa dei cinquanta: capacità di innovazione, capacità di aprire la mente dei propri alunni,contributo offerto alla comunità e incoraggiamento dato per abbracciare l’insegnamento. La Boscolo e Manni hanno ricevuto negli anni non pochi riconoscimenti, sia a livello personale che di istituto; per fare un esempio la scuola dove insegna il docente salentino è considerata la più premiata d’Italia.
L’insegnante veneta, premiata nel 2010 come “Migliore insegnante dell’anno” è da sempre in prima linea nel portare avanti progetti che consentano agli alunni portatori di disabilità di sviluppare le proprie capacità in situazioni sociali “normali”. Proprio per mettere a frutto l’idea di una conoscenza atta a stimolare, la Boscolo ha anche messo in piedi all’Università di Padova workshop per i futuri insegnanti sulle esigenze educative speciali.
Manni invece è molto stimato sia dai suoi alunni che nella sua terra, tant’è che è nata immediatamente una fanpage su Facebook a sostegno della sua candidatura; molto attivo sul territorio, tant’è che è riuscito a mettere in piedi diversi progetti per lo sviluppo ecosostenibile, l’insegnante salentino è noto perché nel 2009 ha sconfitto la Gelmini: è stato lui infatti a mettersi in prima linea, vincendo poi la battaglia, contro la decisione del ministero di sopprimere l’indirizzo informatico dagli istituti tecnici economici.
GM