
Sono sostanzialmente invariati, rispetto all’anno scorso, i dati sulle vacanze di fine anno degli italiani: in occasione delle prossime festività sarà il 21% a mettersi in viaggio, circa 10 milioni di persone. I numeri sono stati rilevati dal sondaggio Confesercenti Swg sui consumi turistici di Natale e Capodanno. Crescerà leggermente la media di spesa pro capite per i turisti: 622 euro, il 3% in più dei 601 dell’anno scorso, ma ben il 10% in meno di quanto si spendeva nel 2007, 694 euro.
La maggior parte delle trasferte sarà durante il periodo di Capodanno, quando il 9% dichiara che sarà in vacanza. Il 5% ha scelto i giorni attorno a Natale e il 7% un altro periodo durante queste stesse festività.
Il 37% dei turisti andrà in viaggio con la famiglia, il 2% in meno rispetto al 2013, mentre aumenta la tendenza alle vacanze di coppia, scelte dal 35% degli intervistati (l’anno scorso era il 26%). In calo le “zingarate” tra amici (dal 26 al 21%) e i viaggi da soli (dal 7 al 5%). Rimane fissa, ma di ridotta importanza, la percentuale di chi preferisce i tour organizzati (2%).
La durata media di questi soggiorni fuori porta sarà di 6,3 giorni, dato su cui influisce la diminuzione delle mini-vacanze di due giorni (scelte dall’11% contro il 14% dello scorso anno) e il contemporaneo incremento di quelle medio-lunghe (dal 10% al 15%).
Le sistemazioni preferite dai turisti saranno per la maggior parte al risparmio, con un 31% che fa affidamento all’ospitalità di amici o parenti. Il 23% alloggerà in un albergo o una pensione, mentre il 20% si distribuirà tra case in affitto, Bed & Breakfast e ostelli. Un 9% di affezionati, invece, starà in campeggio, camper, villaggio, agriturismo o altre strutture all’aperto, mentre cala chi può contare su una casa di proprietà dove trascorrere le vacanze: dal 21% del 2007 al 17% di oggi.
L’ampia maggioranza degli intervistati (74%) ha scelto una meta italiana per le Festività, il 20% partirà invece per l’estero, e sempre di più per viaggi intercontinentali (6% contro il 4% del 2013). Il 35% ha scelto turismo culturale, mentre il 29% si orienta su luoghi di montagna per più relax e attività sportive.
L’associazione di categoria ha commentato i dati con scarsa positività e denunciando varie difficoltà del mestiere degli albergatori, ma anche svantaggi per i turisti stessi: “Naturalmente la situazione del turismo italiano non è affatto facile, con il peso fiscale che grava sui clienti e che crea situazioni sempre più evidenti di svantaggio competitivo con gli altri Paesi concorrenti. Il fisco tartassa i turisti in vacanza in Italia chiedendo loro circa 2,4 miliardi di euro l’anno. Una vera e propria stangata, dovuta non solo ad un’IVA sui prodotti turistici superiore di 1,5 punti alla media europea, ma anche ad una tassa di soggiorno particolarmente esosa, che quest’anno peserà per 400 milioni di euro e la cui incidenza arriva a superare il 10% del costo di pernottamento di una famiglia in vacanza. Insieme, queste due imposte costituiscono uno svantaggio fiscale che ci allontana sempre di più dai tre Paesi nostri diretti competitor turistici (Francia, Spagna, Grecia) e non ci permette di agganciare l’incremento di flussi turistici che si sta registrando a livello mondiale”.
Ap