#labuonascuola, Matteo Renzi anticipa i risultati

Matteo Renzi (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Nel corso di un convegno organizzato dal Partito Democratico, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha presentato in anteprima i risultati della consultazione #labuonascuola: “E’ una esperienza inedita. Da qui alla fine di febbraio sarà entusiasmante. Difficile ma entusiasmante confrontarsi con le decine di migliaia di contributi arrivati in risposta alla nostra richiesta di commentare, integrare, contestare le proposte della riforma”.

“C’è bisogno del vostro amore per la scuola, perché significa volere bene all’Italia”, ha sottolineato Renzi nel corso del convegno, aggiungendo: “Abbiamo bisogno di almeno mille persone in Italia innamorate della scuola che ci affianchino con il loro entusiamo e il loro amore per la scuola per portare fino in fondo questa riforma”. In apertura Renzi ha spiegato: “Devo chiedervi scusa perché questa riforma è davvero importante per il futuro di questo Paese e non sono riuscitoin questi nove mesi a spiegarvelo come si deve”.

“L’Italia deve scoprirsi come produttore di cultura e non solo come utilizzatore, se ne è in rado, di beni culturali”, ha detto ancora il premier, lanciando la sfida: “Noi stiamo cercando di fare della scuola un elemento di cambiamento. Il 22 febbraio sarà un anno dalla nascita del mio governo, vorrei che il Pd mettesse in campo un grande appuntamento perché la buona scuola significa che esistono delle realtà che dobbiamo raccontare. E’ vero che esistono classi pollaio, è vero che bisogna portarsi la carta igienica da casa, ma va evitato di dare un’immagine macchiettistica della scuola italiana”.

Renzi mette in evidenza: “Sicuramente noi abbiamo molto da fare e da cambiare, ma vorrei dirvi che la qualità degli insegnanti e delle insegnanti italiani e italiane non ha paura di confrontarsi con l’Europa e col mondo. Ma la qualità della scuola italiana va salvaguardata da chi dall’interno la mina”. Quindi snocciola un po’ di dati: “Scuole nuove: 129 cantieri chiusi, 219 in corso; scuole sicure: 369 cantieri chiusi, 145 in corso; 5.500 scuole belle con cantieri chiusi, oltre 2mila in corso e altri 5.400 cantieri del passato che stiamo ispezionando”.

Insiste il premier: “Noi dobbiamo dare l’idea che nell’edilizia scolastica ci crediamo, che deve essere un grande strumento di sostegno per il cambiamento del nostro Paese, però naturalmente questo non può bastare”. Poi ha affrontato un altro argomento: “Tanti giovani sognano di voler fare gli insegnanti, ma talvolta è proprio il vedere la frustrazione di questi insegnanti che fa venire meno questo sogno. Io tante vicende le conosco e le ho vissute non solo per motivi familiari ma anche come amministratore locale”.

“Questa non è la riforma della Giannini, non è la riforma della Puglisi, non è la riforma di nessuno di noi” – ha concluso Renzi – “Questa è la riforma di tutti coloro che vogliono bene alla scuola”.

Il ministro e la responsabile Scuola

Presente all’incontro anche il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: “La nostra è una responsabilità di metodo e di merito. Il metodo è stato rivoluzionario, non è mai stata fatta una consultazione con questa diffusione capillare, il merito parte ora. Nel volumetto di 136 pagine sul quale abbiamo chiesto il contributo di tutti gli ‘attori’ della scuola abbiamo messo alcuni punti forti che sono stati integrati in questi mesi”.

Soddisfatta anche la responsabile Istruzione del Pd, Francesca Puglisi, che ha contributo all’organizzazione di oltre cinquecento incontri nelle scuole italiane: “Diversi i punti su cui abbiamo trovato condivisione, soprattutto sulla precarietà zero e sull’alternanza scuola-lavoro. Alcune organizzazioni studentesche hanno invece rilevato alcune mancanze, come il diritto allo studio, l’educazione degli adulti e l’educazione 0-6 anni”.

Investimento in supplenze brevi

Nel frattempo, il Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone commenta il via libera, ieri, in Consiglio dei Ministri allo stanziamento di 64,1 milioni di euro aggiuntivi per il pagamento di circa 20.000 supplenze brevi: “Lo stanziamento di 64,1 milioni di euro per il pagamento delle supplenze brevi, deciso ieri dal Consiglio dei Ministri, è un gesto politico di grande rilevanza. È un chiaro segnale che questo governo sta investendo molto nella scuola e non intende penalizzare chi, come i docenti e il personale Ausiliario Tecnico e Amministrativo, lavora ogni giorno per il funzionamento dei nostri istituti”.

Ha concluso Faraone: “Il governo si è fatto carico di questo problema, a dimostrazione del fatto che non tutto può essere affrontato e risolto in termini contabili. Stiamo costruendo la buona scuola giorno dopo giorno perché è una nostra priorità. Questa ne è un’ulteriore prova”.

 

GM