Venti di scissione nel Pd, Civati: “Non sarà responsabilità nostra”

Pippo Civati (screenshot Skytg24)
Pippo Civati (screenshot Skytg24)

Intervenendo a Bologna, a margine di un’iniziativa organizzata dall’associazione “E’ possibile”, il deputato Pd Pippo Civati rompe gli indugi e chiarisce in merito alle insistenti voci di scissione nel suo partito: “Un partito a sinistra del Pd si costituirà se Renzi continua così, non è colpa o responsabilità nostra”. L’esponente della minoranza poi minimizza: “Per me il percorso non finisce qui e non è necessario scindersi, se però non c’è la possibilità da parte di Renzi a confrontarsi con questa parte di paese, ognuno ne trarrà le conseguenze”.

Questa la presa di posizione di Civati: “Noi segnaliamo questioni fondamentali come una riforma della Costituzione fatta meglio, una legge elettorale in cui i cittadini scelgano gli eletti e non siano i politici a scegliersi tra loro, una riforma del lavoro che non sia di destra come quella che abbiamo visto finora”. Quindi su eventuali elezioni anticipate: “Se Renzi si presenta con il Jobs Act e con le cose che sta dicendo alle elezioni a marzo, noi non saremo candidati con Renzi”. E sottolinea: “Io sarei già andato a votare nella primavera 2013, poi abbiamo fatto le larghe intese… A me sembra che debbano essere i cittadini a scegliere chi li governa”.

Civati si esprime anche sulle recenti scelte della maggioranza del partito in materia di legge elettorale, spiegando che “se adesso Renzi si è innamorato del Mattarellum meglio, io lo sostengo da sempre”, in quanto con “collegi uninominali, si scelgono i candidati con le primarie e i cittadini votano una persona di destra o una di sinistra non tutte e due le cose insieme”. Infine sull’elezione al Quirinale, Civati ha le idee chiarissime: “o Prodi o un Prodi-equivalente, una figura che a livello internazionale possiamo spendere e che abbia anche un rapporto con la politica”.

Il patto del non-Nazareno

Cosa significhi l’incontro di oggi a Bologna, già definito “il patto del non-Nazareno con i cittadini”, lo ha spiegato ieri proprio Civati: “Avvieremo un nuovo semestre europeo – dopo quello mancato che sta terminando – per promuovere una grande riflessione, in Italia, con i protagonisti di tutte le sinistre europee e le forze di progresso, sulla questione del debito, della sostenibilità e di una via d’uscita dalla crisi che ancora non si vede e che non si trova certo nelle proposte che l’esecutivo ha sbandierato: verso una conferenza europea sul ‘debito’ e sulle regole che sovrintendono dal punto di vista economico e finanziario l’Unione europea”.

E poi ancora si parlerà di lavoro e produzione, di reddito minimo garantito, di legalità e di conversione ecologica, di lotta ai paradisi fiscali, di povertà e di quant’altro. Conclude Civati: “Non sarà un progetto solo a parole, ma di mobilitazione, perché le azioni proposte si diffondano, siano assunte dagli enti locali, entrino nel dibattito pubblico e si affermino come condizioni del cambiamento, in profondità e chiarezza”. In attesa, magari, del passo più coraggioso: uscire dal Pd e contribuire alla costruzione di un progetto unitario a sinistra.

 

GM