Galassia 5 Stelle, via Currò. Pentastellati litigano con Renzi

5 Stelle in Aula (Franco Origlia/Getty Images)
5 Stelle in Aula (Franco Origlia/Getty Images)

Dopo un lungo tira-e-molla, uno dei più noti tra i parlamentari “ribelli” del Movimento 5 Stelle, Tommaso Currò, ha deciso oggi di abbandonare il proprio gruppo a Montecitorio, sottolineando: “Da un lato, c’è chi si assume la responsabilità di governare il Paese e dall’altro chi tenta di risolvere la crisi esclusivamente con atteggiamenti pregiudizievoli per la stabilità delle istituzioni della Repubblica. C’è chi intende migliorare le regole per un Europa più equa e più giusta e chi propone alleanze con la destra populista di Farage, predicando una deleteria uscita dall’Euro”.

La fuoriuscita di Currò segue di qualche settimana le espulsioni dei deputati Artini e Pinna, che avevano provocato non poche reazioni contro la leadership di Beppe Grillo, fino alla scelta del portavoce nazionale di nominare un direttorio e sottoporlo al voto della base. Secondo il parlamentare, “con il 25% del consenso elettorale, dovevamo contribuire a risolvere i problemi del Paese e rendere l’Italia più competitiva nello scenario internazionale. Invece, nonostante il dissenso interno, abbiamo giocato alla delegittimazione ed alla distruzione senza alcuna forma di rispetto e di responsabilità”.

Currò ha quindi concluso: “Voglio sentirmi sereno ed orgoglioso di lavorare per un progetto politico nel quale riconoscermi e attraverso il quale operare: oggi questa condizione in questo gruppo non c’è più”. Con una battuta, Renzi accoglie con soddisfazione la scelta dell’ormai ex pentastellato: “Io ho fatto un’apertura ed è stata capita”. Poi il premier ha lanciato un appello al Movimento 5 Stelle: “Recuperate la passione che ha caratterizzato gli elettori che vi hanno eletto non per insultare o buttarla in caciara”.

Renzi critica i pentastellati

“Abbiamo bisogno anche di voi, ne ha bisogno questo Parlamento che non può vedere costantemente buttata via una forza politica importante che ha preso milioni di voti, in una discussione interna e sterile con cui continuerete a perdere deputati e senatori”, ha sottolineato Renzi alla Camera, causando le urla e le proteste del Movimento 5 Stelle. Ma il premier ha proseguito: “Non siete più a discutere nei Meetup, ma nelle istituzioni e a governare. Vi hanno eletto non per insultare, per urlare in Parlamento. Tutte le volte che urlate io dovrei essere contento perché rappresento un partito che ha preso il maggior numero di voti a livello europeo che neanche se mettete insieme tutti gli utenti unici riuscite a fare”.

Quindi ha chiesto ai pentastellati: “Come è possibile che si perda una occasione di riflessione sull’Europa, che capisco possa essere difficile per una parte di voi? Perché è difficile fare un accordo con Farage e pensare che la politica ambientale sia quella per la quale avete tentato di mantenere una coerenza mandata via dall’appartenenza a quel gruppo”. Stessa situazione al Senato e stavolta Renzi la mette sull’ironia: “Il fatto che stiate perdendo pezzi ogni giorno non vi autorizza a interrompere le discussioni degli altri, siamo solidali con voi e vi inviamo un caldo abbraccio. Vogliamo continuare a lavorare, nonostante le vostre urla, le vostre grida, che ai tempi del Manzoni erano una cosa seria, mentre nel vostro caso sono la manifestazione di una frustrazione. I vostri elettori non vi votano più”.

Proteste al Senato anche quando Renzi ha fatto riferimento al grave attentato in Pakistan; il premier ha nuovamente attaccato i pentastellati: “Oggi ci sono 130 bambini che sono morti in una scuola del Pakistan e almeno su questo avrebbe senso non dividersi, almeno su questo avrebbe senso per il rispetto umano verso persone oggetto di un attacco terroristico, almeno su questo dovrebbe esserci un limite, alla dignità, all’umanità. Ma come si fa a dire pensa ai bambini italiani. Ma come si può! Ma come è credibile!”.

Le reazioni grilline

I parlamentari del Movimento 5 Stelle replicano a Renzi; lo fa Carla Ruocco, tra i membri del direttorio: “La caciara comprende anche 450 euro di Tasi che ho pagato questa mattina, uscendo di casa e trovando le strade allagate e le buche a terra; la caciara comprende aver accompagnato i miei due figli in una scuola che cade a pezzi, perché in questo Paese le scuole cadono a pezzi. Se Renzi vivesse in questa realtà e non in una bolla, allora di unirebbe alla caciara dei cittadini”.

Prosegue su Facebook un altro membro del  direttorio, Alessandro Di Battista: “Il Presidente del Consiglio – con la disoccupazione a livelli record – si occupa di attaccare il M5S”. E ai microfoni dei cronisti parlamentari, aggiunge Carlo Sibilia, il più giovane tra i “vice” di Grillo: “Il premier Matteo Renzi secondo noi ha perso un’occasione per parlare del futuro del nostro Paese. Non fa altro che schernire l’opposizione e quello che fa, non ascolta le nostre proposte, ma si sofferma sulla boutade e sul gossip“.

“Stiamo vivendo un momento quasi paragonabile a quello del 1992 e di Tangentopoli”, ha proseguito Sibilia, sottolineando poi: “Nel semestre europeo non c’è stata nessuna novità, la nostra Italia è stata declassata a tripla B, significa che la credibilità di Renzi è scesa a zero anche in Europa. Il discorso di oggi lo dimostra: se fai alleanza con la mafia e non con chi fa proposte serie per il Paese non sei credibile”.

Rissa sfiorata e insulti

Intanto, alla Camera, il capogruppo pentastellato Andrea Cecconi attacca il fuoriuscito Currò: “Sarebbe stato più onesto dimettersi, considerando che Currò è stato eletto nelle fila del M5S. Andrà a collocarsi nella posizione che più lo identifica, ovvero in mezzo agli altri ‘onorevoli’, perche’ il MoVimento 5 Stelle non è fatto di persone come lui”. Una presa di posizione condivisa anche da Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, che però scatena la reazione di Walter Rizzetto, un altro grillino “ribelle”, il quale uscendo dall’Aula urla: “Vergogna, la destra non esiste più per gente come voi, gentaglia come te e Gasparri”. L’ex ministro replica: “Dovete andarvene a casa, andate a casa che è meglio per tutti”. Controreplica Rizzetto: “Andateci voi, che sono 30 anni che state qui dentro”.

Nella discussione si inserisce Adriano Zaccagnini, ex M5S passato a Sel, che provoca La Russa: “Quanti incarichi gli stai dando a tuo figlio? Sei un maiale… La conosci la Fattoria di Orwell? Sei un maiale…”; l’ex ministro, appurato che a dargli del “maiale” è un esponente di Sel, lo schernisce: “Ah, allora è chiaro… Sei un comunista di m…”. Nella disputa si inserisce un altr0 esponente di Fratelli d’Italia, il capogruppo Fabio Rampelli, e Zaccagnini ne ha anche per lui: “Tu stavi in piazza con quelli che chiedevano le dimissioni di Marino, stavi con i ‘comitatini’, con l’immigrazione ce magnate voi…”.

Infine Zaccagnini si lascia andare a una durissima dichiarazione contro gli esponenti di destra e i suoi ex colleghi di partito: “Io difendo l’articolo 67 della Costituzione sulla libertà di mandato. La Russa non riconosce la libertà dei parlamentari. C’è una saldatura tra Fratelli d’Italia e M5S, un partito padronale. Praticamente i fascio-grillini”.

 

GM