
Niente da fare per i marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. I due fucilieri di marina trattenuti in India da quasi tre anni, dal 15 febbraio del 2012, con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani, si sono visti respingere dalla Corte suprema di Nuova Delhi le istanze con cui chiedevano un’attenuazione della libertà provvisoria.
Massimiliano Latorrre, a seguito di un malore, si trova in Italia dallo scorso 14 settembre per un periodo di cura di 4 mesi e aveva chiesto l’estensione di altri 4 mesi del periodo di permanenza in Italia, per terminare la convalescenza. Mentre Salvatore Girone, che era rimasto in India, aveva chiesto di poter rientrare a sua volta in patria per 3 mesi, anche per trascorrere il Natale in famiglia. La Corte Suprema, però, non ha accettato queste richieste, sostenendo che l’inchiesta sulla morte dei due pescatori “non è finita” e che “i capi di accusa non sono stati ancora presentati”, a distanza di quasi tre anni. “Anche le vittime hanno i loro diritti”, ha detto il presidente della Corte Suprema indiana il giudice H.L. Dattu, che ha anche invitato alla “chiusura della fase istruttoria del processo”
Girone dunque resta in India, mentre Latorre dovrà farvi ritorno tra un mese, nonostante il magistrato rappresentante il governo avesse manifestato la sua non contrarietà a concedere una estensione del permesso a Massimiliano Latorre.
Amareggiato il commento del Sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, che ha definito la decisione della Corte Suprema “sorprendente e deludente”. Una decisione che “non indica quella forte cooperazione che l’India dovrebbe finalmente mostrare”, ha sottolineato Gozi, intervenendo da Bruxelles, dove partecipa al Consiglio Affari Generali dell’Unione europea. Il sottosegretario ha spiegato che la vicenda dei marò italiani in India è gestita “direttamente dal Ministro degli Esteri e dal Presidente del Consiglio”.
Era il 15 febbraio del 2012, quando i due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che prestavano servizio anti-pirateria a bordo della petroliera italiana Enrica Lexie, furono accusati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori scambiandoli per pirati. Il fatto è avvenuto al largo delle coste dello stato indiano del Kerala.
V.B.