Italicum, a gennaio la discussione in Senato

Seggio elettorale (TIZIANA FABI/AFP/Getty Images)
Seggio elettorale (TIZIANA FABI/AFP/Getty Images)

La legge elettorale denominata Italicum, oggetto del cosiddetto Patto del Nazareno, sbarcherà in Aula a gennaio. Lo ha annunciato il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura, ai microfoni di Radio Radicale: “Sulla legge elettorale, faremo presto e bene. Il Senato riuscirà a mantenere fede al calendario proposto dal premier Renzi, a gennaio ci sono le condizioni per il voto dell’aula. Non riuscirà il giochetto di chi pensa di giocare a Monopoli e di farci tornare sempre alla casella del via”.

Marcucci accusa: “C’è chi vuole tenerci nella palude con oltre 10mila emendamenti, con il solo obiettivo di ritardare i tempi di approvazione. Sulla norma transitoria, troveremo una soluzione condivisa come su altri aspetti. Certo è che l’impianto dell’Italicum dovrà essere salvaguardato nei suoi punti qualificanti”. Stessa posizione espressa dal senatore del Pd Stefano Collina, membro della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama: “Rispetteremo la scadenza di gennaio per approvare l’Italicum. Chi ha presentato oltre 10 mila emendamenti vuole alimentare la palude e non consentire il voto dell’Aula. Non acceteremo il diktat di chi sogna di rimettere sempre tutto in discussione”.

Sottolinea Collina: “Il governo Renzi ha preso un impegno netto con il Paese, le opposizioni hanno strumentalmente avanzato ordini del giorno su clausole di salvaguardia e norme transitorie per bloccare il percorso della legge lettorale. La Commissione affronterà nel tempo che resta i principali nodi ma poi si esprimerà l’Aula, come da calendario proposto dal premier Renzi”.

Bocciati odg Calderoli e De Petris

Sono stati intanto bocciati da parte della commissione Affari costituzionale del Senato degli ordini del giorno Calderoli (Lega) e De Petris (Sel) sulle norme transitorie da applicare nel caso di ritorno alle urne anticipato. L’esponente del Carroccio, Roberto Calderoli, da far suo, non le manda a dire: “Prima ancora dell’approvazione del nostro referendum sull’abolizione della legge Merlin e che quindi venga legalizzata la prostituzione, ho notato che oggi in Commissione, pur di non andare al voto, si sono visti comportamenti che vengono disciplinati proprio dalla legge Merlin…”.

La votazione di oggi ha visto, “a parte Sel e Movimento Cinque Stelle, il parere contrario di tutti gli altri partiti che per due mesi hanno sempre sostenuto delle tesi e oggi si sono comportanti in maniera diametralmente opposta. Chi sa perchè…”, si chiede Calderoli, che poi chiosa: “La verità è che in commissione ci sono tanti piccoli ‘nazarenini’ che hanno votato contraddicendo tutto quanto fatto fino ad oggi. Con questo voto si certifica che il premier Matteo Renzi ha paura delle elezioni anticipate”.

Delusione manifestata anche da parte di Loredana De Petris: “Oggi la commissione Affari costituzionali del Senato ha bocciato sia il mio odg che impegnava a rendere concretamente applicabile la legge elettorale partorita dalla sentenza della Corte costituzionale, il consultellum, sia quello del senatore Calderoli. In questo modo il Paese resta, caso unico tra i paesi democratici, in sospeso, senza una legge elettorale. La tesi che il consultellum si applichi automaticamente solo attraverso norme secondarie è notoriamente molto discutibile e controversa”.

Accusa la senatrice di Sel: “Bocciando gli odg, la commissione ha anche evitato di fissare una clausola di garanzia tale per cui l’Italicum entri in vigore solo dopo il varo della riforma del Senato. A prima vista si tratta di una decisione che fa a pugni con la logica, come del resto la scelta di varare una legge elettorale valida solo per la Camera prima e non dopo la riforma del Senato”.

Il timore, per la De Petris, è che “una logica invece ci sia, specialmente tenendo conto dell’inspiegabile fretta del governo nel far approvare una legge elettorale che, a parole, dovrebbe servire solo fra tre anni. È lecito sospettare che il governo, una volta ottenuto il passaggio dell’Italicum, mediti di estenderlo al Senato con un decreto e mettersi così in grado di correre alle urne appena lo ritenga vantaggioso. In una situazione drammatica come quella dell’Italia questi giochini possono solo avere effetti nefasti. Se Renzi vuole le elezioni deve dirlo apertamente subito”.

La senatrice conclude: “Spero sinceramente di essere smentita nelle mie impressioni dai fatti. La maggioranza ha infatti detto di aver bocciato gli emendamenti solo perché decisa ad affrontare questi nodi negli emendamenti che andranno al voto domani. La aspettiamo alla prova dei fatti e del voto”.

La difesa del Pd

Secondo la relatrice della riforma della legge elettorale, Anna Finocchiaro, invece, “la commissione, bocciando gli odg Calderoli e De Petris, ha voluto dire che non vuole ingabbiarsi e vuole cercare un accordo politico molto vasto”. Sottolinea la capogruppo Pd in commissione Doris Lo Moro: “Bocciando l’ordine del giorno di Calderoli prima e della De Petris poi, abbiamo avviato la fase in cui degli stessi argomenti si parla, in modo più compiuto, discutendo e votando gli emendamenti. Solo apparentemente gli ordini del giorno si presentavano, infatti, come una semplificazione del percorso, mentre in realtà lo complicavano”.

“A dimostrarlo, del resto, sono le migliaia di emendamenti presentati dalla Lega e dalle altre forze di opposizione” – prosegue la Lo Moro – “La strada che intendiamo percorrere è di discutere delle poche ma importanti questioni aperte, partendo dagli emendamenti presentati dai vari gruppi politici, a partire dal gruppo del Pd. Il timore che abbiamo è che Calderoli insista in un comportamento ostruzionistico, e gli oltre 10 mila emendamenti presentati dalla Lega sono lì a dimostrarlo, impedendo di fatto alla Commissione di sciogliere i nodi veri in tempi brevi. Noi pensiamo che al Paese serva la legge elettorale”.

Conclude la senatrice: “Per questo non ci faremo fermare ma andremo avanti per approvarla, fino all’ultimo momento utile”.

 

GM