
Alla luce dello scandalo Mafia Capitale e del coinvolgimento di alcuni politici e amministratori all’interno del Comune di Roma, la giunta di Ignazio Marino si prepara ad un rimpasto.
Secondo le indiscrezioni più che di sostituzioni vere e proprie sarà valutato lo spostamento tra gli assessori esistenti e l’ingresso di alcuni nuovi.
Ieri, la notizia dell’assessore alle politiche sociali Rita Cuti che si è dimessa. La Cuti fu travolta dalle critiche per la pessima gestione delle periferie dopo la vicenda collegata ai tumulti dei residenti del quartiere di Tor Sapienza che si sono sollevati contro il centro per i rifugiati, esprimendo un malessere profondo e un senso di abbandono da parte delle istituzioni,,
Alla Legalità l’incarico dovrebbe essere affidato al giudice Alfonso Sabella, le politiche sociali a Francesca Danese, proveniente dal mondo del volontariato, mentre Maurizio Pucci, attuale responsabile ai grandi eventi del Campidoglio, dovrebbe ricoprire il ruolo di assessore ai Lavori Pubblici, con delega forse alla Protezione Civile.
Intanto sulla vicenda di Mafia Capitale, ovvero l’organizzazione di stampo mafioso che controllava gli appalti, è intervenuto l’artista romano Daniele Silvestri che Max Gazzè e Nicolò Fabi hanno tenuto una esibizione alla Metro A Anagnina per le periferie, ha dichiarato che “non credo ci sia nulla di cui sorprendersi, semmai c’è da sorprendersi che sia successo solo ora. Sia in termini di violenza anche razzista, in alcuni casi, che per quanto riguarda la scoperta di una malavita decisamente organizzata”.
Silvestri ha poi spiegato che “non è solo Roma a soffrire ma tutto il Paese. Roma è la metropoli più grande ed è evidente che qui tutto assume delle dimensioni diverse e forse colpisce di più in alcuni casi, anche perché è rimasto tutto molto ovattato in questa grande città che è ferma da decenni, come in parte il Paese. Qui fa molto notizia perché ci sono i centri del potere e non solo politici. Quindi diventa un effetto di carambola mostruoso e forse stiamo vedendo solo all’inizio”.
“In periferia c’è un malessere sociale che inevitabilmente viene incanalato strumentalmente e diventa più facile prendersela o trovare un avversario da fronteggiare e spesso diventano guerre tra poveri”, ha poi concluso l’artista.
C.D.