Renzi interviene su Ue, opposizioni all’attacco

Matteo Renzi (Franco Origlia/Getty Images)
Matteo Renzi (Franco Origlia/Getty Images)

Dure critiche delle opposizioni al discorso di stamattina alla Camera da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il quale ha riferito sui temi che saranno al centro del suo impegno in vista del Consiglio Europeo che si terrà giovedì e venerdì. Intervenendo in Aula, il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, Renato Brunetta, ha redarguito il premier: “Lei ha tutti i difetti del mondo, ma non le difetta certamente l’intelligenza. E intelligenza avrebbe portato a chiedere a questo Parlamento – attraverso il consenso su altre risoluzioni sull’Europa, che fossero aggiuntive, complementari a quella della sua maggioranza – un consenso più ampio, un mandato più ampio, una visione più ampia sull’Europa”.

“Non lo ha fatto. Le è mancato il tempo, o forse le è mancata l’intelligenza politica” – sottolinea Brunetta – “Spero che sia la prima opzione. Perché alla mancanza di tempo si rimedia, alla mancanza di intelligenza politica è ben più difficile”. Quindi il capogruppo ‘azzurro’ a Montecitorio ha osservato: “Lei è molto debole in Italia, in questo momento, ma è ancor più debole in Europa. Mi hanno dato quasi fastidio, e mi creda ce ne vuole, i giudizi violenti, sprezzanti, quasi insultanti, di Juncker, di Katainen, di Weidmann, persino del mite Moscovici, sull’Italia e su di lei”.

Ha concluso Brunetta: “Mi hanno fatto male, non perché lei non lo meritasse, non perché il suo governo non lo meritasse, ma da quale pulpito… dal pulpito di Juncker, dal pulpito di Moscovici, dal pulpito di Katainen. Ecco vede, lei in Italia è debole, ma in Europa è debolissimo”.

Semestre buono è il prossimo

Duro e ironico anche Arturo Scotto, capogruppo di Sel: “Abbiamo ascoltato con attenzione le parole del Presidente del Consiglio Renzi sul prossimo consiglio Europeo: alla fine abbiano capito che il semestre buono è quello prossimo. Purtroppo siamo ancora una volta allo stadio delle promesse. Il piano Junker è una scatola vuota, anziché 300 miliardi forse sono ne disponibili solo 21. Nel frattempo sulla politica estera nulla si muove. Siamo di fronte alla solita bolla mediatica”.

Prosegue Scotto: “La disponibilità rivendicata da Renzi a modificare il patto di stabilità, come abbiamo visto nella manovra finanziaria, ha avuto un impatto molto relativo. Il punto è come si mette mano ai Trattati, che non sono scritti nel granito e si possono modificare. L’Italia avrebbe la forza e l’autorevolezza di mettere in discussione il fiscal compact, e di lavorare per un piano che rilanci l’economia”.

“Purtroppo invece il governo ha scelto la strada di fare i compiti a casa” – ha chiosato il parlamentare di Sel – “Ma non è detto che un bravo scolaro sia la cosa più utile al paese mentre attraversa la crisi economica più grande della sua storia. È evidente che l’Italia sarà costretta ad aspettare il prossimo Semestre Europeo: saremmo costretti dunque a puntare sull’Estonia”.

Capacità affabulatoria è scaduta

A tutto campo l’intervento in Aula del capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli: “Come in alcune gare di fondo è suonata la campana dell’ultimo giro, ma Renzi non l’ha sentita. Tutti i dati macro-economici sono peggiorati da quando è alla guida del governo: disoccupazione, Pil, la produzione industriale, pressione fiscale, debito pubblico, consumi, povertà, spesa pubblica. In questi 5 mesi di guida al semestre europeo, non un risultato è stato portato a casa, nemmeno il rientro dei Marò con il maggiore peso politico dell’Italia dopo la designazione della Mogherini a lady Pesc”.

“Oltretutto, il premier aveva avocato a sé poteri speciali garantendo la soluzione dell’incidente diplomatico con l’India e invece la mancata licenza natalizia per Salvatore Girone dovrebbe almeno indurvi a chiedere scusa”, ha proseguito Rampelli, facendo riferimento alla sentenza della Corte Suprema indiana sul caso dei due marò, poi ha aggiunto: “Sull’immigrazione, abbiamo assistito al fallimento totale di Mare Nostrum sul quale si è sviluppato un business legato alle cooperative vicine al Pd. Sulle riforme, avete fatto finta di abolire le Province, enti strategici di raccordo con gli enti locali più vicine al cittadino ma avete lasciato immutate il numero e il ruolo delle Regioni, vere idrovore di soldi pubblici”.

Rampelli ha concluso: “Oggi dovevamo commentare le risposte europee alle sue proposte sullo scorporo dal patto di stabilità di investimenti, opere pubbliche, banda larga, edilizia scolastica. E invece a distanza di mesi diamo qui ad ascoltare le stesse parole da lei pronunciate, invano, 6 mesi fa. La sua capacità affabulatoria è scaduta”.

 

GM