Voto anticipato, Napolitano: “Spettro di instabilità”

Giorgio Napolitano (Foto: Sean Gallup/Getty Images)
Giorgio Napolitano (Foto: Sean Gallup/Getty Images)

Si è conclusa poco fa, al Palazzo del Quirinale, nel Salone dei Corazzieri, la tradizionale cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con le più alte cariche dello Stato; erano presenti il Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, la Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi e il Presidente della Corte Costituzionale, Alessandro Criscuolo. Nel corso dell’incontro, il Capo dello Stato ha tenuto un lungo intervento in cui ha chiamato al senso di responsabilità rispetto alla necessità di riforme per il Paese.

Ha detto Napolitano: “Il forte consenso espressosi nelle elezioni del 25 maggio per il partito che guida il governo italiano ha oggettivamente garantito accresciuto ascolto e autorità all’Italia nel concerto europeo, come si è visto nel peso esercitato dal Presidente del Consiglio Renzi nel concorrere a soluzioni unitarie e significative nella definizione dei nuovi vertici dell’Unione, e innanzitutto nella composizione e nella guida della nuova Commissione. E lì si è anche espresso un rilevante riconoscimento per il ruolo del nostro paese nella persona del ministro degli esteri Mogherini chiamata a rappresentare, a far crescere e a dirigere la politica estera e di sicurezza comune europea”.

Al contempo, “durante il semestre della sua presidenza, il governo italiano, partendo dall’accurato lavoro preparatorio svolto dal precedente esecutivo, ha potuto operare validamente, e con senso di maggior sicurezza, in un clima nuovo di attenzione, per porre al centro dello sforzo comune esigenze, elaborazioni, proposte per un nuovo corso delle politiche finanziarie e di bilancio dei 28, oltre i limiti divenuti soffocanti e controproducenti dell’ “austerità”. Lo si è fatto presentandoci con le carte in regola per quel che riguarda il rispetto dei vincoli, ottenendo un via libera della Commissione ed evitando richieste di manovre di bilancio aggiuntive”.

Le riforme

Napolitano ha poi toccato il tema delle riforme, “necessarie per determinare condizioni idonee allo sviluppo degli investimenti, alla creazione di nuovo lavoro, alla maggior produttività e competitività delle nostre economie, è stato, in un passato anche recente, prospettato con qualche nebulosità in ripetute discussioni nelle istituzioni europee, ma ha ormai assunto dei contorni precisi, un’ampia articolazione concreta”. Da questo punto di vista, spiega il Capo dello Stato, “bisogna considerare il programma di riforme messo a fuoco” dall’esecutivo Renzi, “riforme su cui ogni forza politica potesse misurarsi, senza pregiudiziali e in termini di confronto tra visioni e approcci seriamente sostenibili”.

Uscire dalla crisi

Pesanti sono “le prove che noi, sistema Italia e democrazia italiana, abbiamo davanti”, dice Napolitano: “Il 2014 non si chiude bene, dal punto di vista dell’andamento generale dell’economia – mancata ripresa del PIL, andamento ancora negativo dei consumi ; oscillazioni, con qualche instabile miglioramento, ma ad un livello insopportabilmente alto, della disoccupazione e soprattutto di quella giovanile ; recessione più duramente radicatasi nel Mezzogiorno. E’ un quadro che potrà dare dei segni di inversione di tendenza nel 2015 e nel 2016, solo se non verrà dall’Italia – in un processo positivo di cambiamenti in sede europea – nessun affievolimento della linea di condotta complessiva su cui governo e Parlamento hanno in quest’anno mostrato di voler convergere e impegnarsi”.

Poi l’invito a esprimere fiducia “non solo, in generale, sulle potenzialità dell’Italia – della nostra realtà produttiva, specie manifatturiera, della nostra imprenditoria e del nostro capitale umano, della nostra capacità di ricerca scientifica e innovazione tecnologica. Non è solo in riferimento a questi dati storici di carattere generale, che bisogna e si può seriamente esprimere fiducia, ma in rapporto a fatti concreti attuali, come l’andamento sostenuto dell’export più qualificato, una casistica ampia e varia di successi competitivi di nostre imprese ad alta specializzazione, ma anche segni concreti di apprezzamento e di interesse da parte di investitori stranieri”.

Clima impregnato di negatività

“C’è malessere diffuso tra milioni di famiglie impoverite, tra giovani che si vedono senza prospettive, tra lavoratori che sentono vacillare ogni sicurezza ; c’è molta sofferenza autentica, e c’è dunque tensione, volontà di reagire, impulso di protesta più che di rassegnazione : non dico ‘rabbia’ perché questo lessico non appartiene, credo, alla tradizione civile delle lotte operaie e popolari in Italia”, dice Napolitano, sottolineando quindi: “Ma nell’insieme ci deve preoccupare un clima sociale troppo impregnato di negatività, troppo lontano da forme di dialogo e sforzi di avvicinamento parziale che hanno nel passato spesso contrassegnato le relazioni sociali o politico-sociali”.

Da qui l’invito al rispetto reciproco: “Rispetto delle prerogative di decisione del governo e del Parlamento, senza improprie e devianti commistioni, e rispetto del ruolo che è naturale dei sindacati, di rappresentanza e – negli ambiti appropriati – negoziale ; e sforzo convergente di dialogo anche su questioni vitali di interesse generale”.

Il nuovo Senato

Quindi sulla riforma del Senato: “Adoperarsi per tornare indietro rispetto all’ormai sancita trasformazione del Senato in espressione – come in altri paesi europei – delle realtà regionali e locali con poteri legislativi rigorosamente ripensati e ridotti rispetto a quelli della Camera, significherebbe solo vulnerare fatalmente la riforma, il suo senso, la sua efficacia. Rispettare, pur nel dissenso, la coerenza delle riforme in gestazione – sul bicameralismo, sui rapporti tra Stato e Regioni, e anche sull’altro, fondamentale tema della legge elettorale – è un dovere di onestà politica e di serietà istituzionale”.

Ha proseguito Napolitano: “Non si può comunque negare l’importanza delle ricadute di queste e altre riforme istituzionali sul funzionamento del nostro sistema-paese e sulla forza di attrazione dell’Italia come luogo di investimenti e di proficue iniziative da parte di soggetti stranieri o in collaborazione con essi. Né si può sostenere che l’impegno di governo e Parlamento su questo terreno li abbiano distolti da interventi urgenti e scelte produttive di effetti già a breve termine per il rilancio dell’economia e dell’occupazione. Parla chiaro il dinamismo del governo sul piano di misure legislative e amministrative rivolte alle imprese, agli enti locali, al sostegno – anche attraverso la legge di stabilità – di settori e di progetti importanti”.

Voto anticipato

Il Capo dello Stato ha quindi espresso “preoccupazione costante per la continuità istituzionale e politica, ferma restando la piena legittimità dell’opposizione di legislatura che varie forze tendono a perseguire. Un’opposizione che non escluda le disponibilità già positivamente espresse per serie intese sulle riforme. Un’opposizione che tenga conto, con senso di responsabilità nazionale, delle sfide e dei rischi cui è esposta l’Italia, innanzitutto per la vicinanza e virulenza di fenomeni di tensione, di conflitto, di disgregazione non lontano dai nostri confini”.

C’è infine un passaggio che suona come monito nei confronti di quanti, in particolare tra chi sostiene il governo e nel Partito democratico, sventolano la clava di elezioni anticipate o scissioni: “Non possiamo essere ancora il paese attraversato da discussioni che chiamerei ipotetiche : se, quando e come si possa o si voglia puntare su elezioni anticipate, da parte di chi e con quali intenti; o se soffino venti di scissione in questa o quella formazione politica, magari nello stesso partito di maggioranza relativa. E’ solo tempo, e inchiostro, che si sottrae all’esame dei problemi reali, anche politici, che sono sul tappeto ; è solo un confuso, nervoso agitarsi che torna ad evocare, in quanti seguono le vicende dell’Italia, lo spettro dell’instabilità. E il danno può essere grave”.

Serve “un rispettoso e saldo ancoraggio al normale svolgersi della vita delle nostre istituzioni, dalle Assemblee rappresentative alle istituzioni di garanzia, e un serio, non dispersivo e allarmistico, confronto sui temi di fondo e sulle prospettive reali che si presentano sul piano interno e internazionale, possono avere un valore decisivo per rafforzare la fiducia nell’Italia e per ridare alla politica il ruolo e il prestigio che è venuta perdendo. E’ così che si può contrastare la tendenza a scivolare da una critica, anche la più rigorosa, della politica verso una distruttiva anti-politica, che si risolve in patologia destabilizzante ed eversiva”, ha spiegato Napolitano, riprendendo concetti già espressi qualche giorno fa.

In conclusione è essenziale “colpire ogni concreta corresponsabilità di soggetti politici nello scandaloso diffondersi della corruzione e del malaffare : colpendo i bersagli giusti, compresi gli intrecci con la criminalità organizzata – e l’intensità dell’azione repressiva di magistratura inquirente e forze di polizia è impressionante, anche per i suoi quotidiani successi. Solo le generalizzazioni improprie circa i comportamenti del mondo della politica vanno evitate perché fuorvianti e improduttive”.

 

GM