
Michael Bolingbroke dal 18 luglio 2014 ricopre la carica di Chief Executive Officer (CEO) all’Inter dopo essere stato voluto direttamente dal presidente Erick Thohir per la sua importante esperienza maturata nei 7 anni trascorsi al Manchester United, uno dei club più importanti del mondo con un brand ormai esportato ovunque e che si mantiene al top dal punto di vista dei ricavi commerciali e non. Il manager inglese nella sua nuova avventura vorrebbe trarre ispirazione da quel modello per far tornare i nerazzurri vincenti, ma il cammino è ancora lungo.
Nel corso dell’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport ha spiegato i motivi che l’hanno spinto a trasferirsi a lavorare a Milano: “Era arrivato il momento di una nuova sfida. È interessante questa prospettiva. Per me l’Inter è un club di Champions League, perché pur non giocandoci da alcuni anni il suo appeal resiste a lungo nel tempo. Quando pensi all’Internazionale continui a pensare a quello. E quello che voglio è che questo club torni in pianta stabile in Champions. E’ vero che c’è la crisi ma l’Italia è una delle più importanti economie del mondo e Milano è una città vibrante con un’enorme reputazione. A Manchester la gente veniva solo per il calcio, Milano è differente, è una delle città più visitate d’Europa, c’è la Scala, c’è la moda e c’è pure il calcio“.
Tra San Siro e l’Old Trafford ci sono alcune differenze sia per quanto riguarda la media del pubblico presente e sia per quanto concerne i ricavi che garantiscono ai club: “Quando vado alle partite casalinghe mi guardo attorno e sinceramente non riesco a comprendere come metà stadio sia vuoto. Nell’area attorno allo stadio vivono 8 milioni di persone. Due terzi sono tifosi di calcio e 2,6 milioni tifano Inter: com’è possibile che non si riempia lo stadio con 80mila persone? Il pubblico dovrebbe diventare parte integrante di una famiglia, la sfida è riempire lo stadio ogni domenica. Adesso vengono 30mila persone in media a gara, l’obiettivo è di arrivare a 50mila“.
Il bilancio dell’Inter è finito nel mirino dell’UEFA per il suo enorme disavanzo e per i 230 milioni prestati dalle banche dei quali solo 30 saranno utilizzati nella gestione corrente. Bolingbroke ha fatto il punto della situazione: “Nel piano abbiamo mostrato come far crescere i ricavi, dallo stadio alle sponsorizzazioni, mantenendo sotto controllo i costi. Non è facile ma è ciò che richiede l’Uefa. Mercato? Se ci saranno opportunità le coglieremo. Dipende da ciò che vuole fare e l’allenatore: tutto parte da lui, dalle sue necessità. Ma sia chiaro: sempre dentro i vincoli del fair play finanziario”.
Il dirigente nerazzurro, nonostante le difficoltà che sta incontrando la squadra, crede nell’approdo in Champions League per la prossima stagione: “E perché no? Ci sono due strade, con due dinamiche diverse. Può arrivare con il terzo posto oppure vincendo l’Europa League. Ripeto: perché no?“.
Matteo Bellan