Caso Sinesio, Falanga insiste: “Manconi si dimetta”

L'aula di Palazzo Madama (Franco Origlia/Getty Images)
L’aula di Palazzo Madama (Franco Origlia/Getty Images)

Dopo la rinuncia alla consulenza annunciata ieri dal senatore Luigi Manconi, non sembra destinato a concludersi il caso della nomina di Angelo Sinesio, “collocato fuori ruolo presso il Senato della Repubblica, per le esigenze della Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, cessando dalla disposizione con incarico ai sensi della legge n. 410/91” nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri.

Oggi il senatore di Forza Italia, Ciro Falanga, che aveva sollevato il caso, è tornato a spiegare: “Prendo atto che il presidente Manconi ha rinunciato alla collaborazione del prefetto Sinesio, per il quale era stato richiesto il distacco presso i suoi uffici del Senato. Ciò non esclude che la sua condotta, nell’assumere determinazioni autonomamente, senza informare i componenti della commissione da lui presieduta, e tra questi me, che ricopro la carica di vicepresidente, sia stata scorretta”.

Prosegue Falanga: “La gestione dei lavori di una commissione parlamentare, condotta in maniera così autoritaria ed autonoma da parte del presidente, contrasta con i principi di un organo collegiale. Per queste ragioni, mi attendo che il presidente Manconi, responsabilmente, rassegni le dimissioni. Diversamente, qualora Manconi non scelga questo opportuno gesto, sarò costretto, mio malgrado, come già anticipato, a rassegnare le mie dimissioni dalla carica di vicepresidente”.

Manconi, presidente della Commissione Diritti umani a Palazzo Madama, aveva specificato ieri: “Risultano totalmente fuorvianti le espressioni utilizzate superficialmente in queste ore, quali ‘rimozione’ e ‘revoca della nomina’, dal momento che nessun incarico è stato ancora assegnato. Ora, così come avevo deciso autonomamente di proporre che la Commissione si avvalesse della competenza e dell’esperienza, unanimemente riconosciute del prefetto Sinesio, ritengo opportuno rinunciarvi”.

Confermata la stima

Manconi confermava dunque “la mia stima nei suoi confronti”, augurandosi “che la vicenda di cui deve rispondere davanti all’autorità giudiziaria si concluda al più presto e favorevolmente per lui, non posso fare a meno di notare che in questo caso è stata messa in atto, preventivamente, una campagna ostile”, operata da “alcuni degnissimi senatori che, dopo essersi gagliardamente dichiarati garantisti e devoti cultori della presunzione di non colpevolezza, rinunciano precipitosamente a esserlo nei confronti di Sinesio”.

“Si tratta in tutta evidenza di parlamentari indefettibilmente garantisti verso i propri colleghi, ma che si scompongono nel finale davanti al caso di un prefetto che sta loro antipatico” – concludeva polemicamente Manconi – “Personalmente sono garantista nei confronti di tutti: poveri cristi e solidi professionisti, immigrati e politici e Silvio Berlusconi. Non altrettanto, ahinoi, si può dire dei miei simpaticissimi avversari. I senatori che protestano contro Sinesio difendono esclusivamente le garanzie e le guarentigie dei senatori. Ci sarà pur un motivo”.

 

GM