
Il premier Matteo Renzi è intervenuto questa mattina all’Assemblea dei senatori del Pd prima d’incontrare all’ora del pranzo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alla vigilia del Consiglio Ue che si svolgerà domani e venerdì a Bruxelles.
L’incontro segue quello di ieri promosso nel Salone dei Corazzieri al Quirinale in occasione degli auguri del Capo dello Stato alle autorità della Repubblica esprimendo preoccupazioni sullo spettro del voto anticipato.
Questa mattina, all’assemblea era presente anche la ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi ed erano iscritti a parlare il capogruppo Luigi Zanda, i senatori Fornaro, Corsini e Vannino Chiti. All’assemblea Renzi ha assicurato che le elezioni si svolgeranno nel 2018 con la nuova legge elettorale. Poiché l’orizzonte è la scadenza naturale della legislatura è possibile fissare per l’entrata in vigore della nuova legge elettorale anche una data differita rispetto alla sua approvazione, ha spiegato il premier.
In merito ad eventuali modifiche alla legge elettorale, Renzi ha ribadito che “serve l’accordo di tutti i partiti della maggioranza e di Forza Italia”.
Minoranza dem
Dal canto loro, alcuni senatori del Pd hanno chiesto una modifica sui cento capilista bloccati.
Il senatore Chiti, della minoranza ha commentato che in merito ai capolista bloccati “non chiediamo che nessuno non venga indicato per esigenze di assicurare personalità in parlamento come era già presente nella legge Mattarellum. Il problema è nel numero che non siamo disposti ad accettare: 60% di nominati e un 40% di persone scelte dai cittadini”.
“Renzi ha detto che come preferenza ne avrebbe altre e che si trova in una scelta accordata con la maggioranza e mira a raggiungere la stessa coesione anche con Forza Italia all’opposizione”, prosegue Chiti, spiegando che “sulla legge elettorale ci sono dei passi in avanti che abbiamo sostenuto anche prima, come sulle soglie di parlamento alte e il 3% come soglia bassa, tanto che il 37% è stato alzato”.
“E’ positivo anche nella soluzione sulla norma di una clausola di salvaguardia costituzionale, collegata sia ad un iter della riforma costituzionale che ad una data”, conclude Chiti.
Cronoprogramma
Non a caso durante l’assemblea, Renzi ha anche confermato il cronoprogramma, per cui si attende al “via libera alla riforma costituzionale alla Camera entro il 31 gennaio”.
Il premier ha poi annunciato che nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 24 dicembre ci saranno “la delega fiscale, il Jobs act e Taranto, e magari anche qualcos’altro”.
Venerdì 18 dicembre, intanto si attende il primo incontro tra Governo e sindacati sul tema della riforma del lavoro e soprattutto in riferimento all’art.18.
Ritardi su legge elettorale?
Durante il suo intervento Anna Finocchiaro, Presidente della commissione Affari costituzionali del Senato ha spiegato che “in commissione Affari costituzionali faremo di tutto per affrontare e concludere la discussione sugli emendamenti alla riforma della legge elettorale ma è evidente che il numero di emendamenti presentati dalla Lega testimonia, da solo, una volontà ostruzionistica”.
“Io considero che la nuova legge modificata dagli emendamenti che ho presentato, che raccolgono il frutto dell’accordo tra la maggioranza, sia un passo in avanti rispetto alla versione dell’Italicum uscita dalla Camera. Restano alcuni nodi da risolvere che discuteremo- prosegue Finocchiaro-. Registro che tante forze politiche hanno presentato emendamenti che riguardano l’apparentamento eventuale al ballottaggio: osservo che questa strada cambierebbe di fatto la logica del sistema che privilegia la vocazione maggioritaria. Io credo che l’Italicum 2.0 possa essere, viste le compatibilità politiche, una buona legge elettorale per la Camera”.
C.D.