
In attesa che il governo renda noti i contenuti del maxiemendamento alla legge di stabilità, Forza Italia è tornata a ribadire in Aula, a Palazzo Madama, la propria netta contrarietà a quella che una volta veniva definita “legge finanziaria”; accusa il senatore d’Ambrosio Lettieri, capogruppo ‘azzurro’ nella 12^ Commissione: “La legge di stabilità arriva in aula senza relatore, con tempi di discussione contingentati che tagliano lo spazio al diritto di parola e al confronto sulla efficacia dei provvedimenti che devono essere approvati”.
Secondo l’esponente di Forza Italia, “il Paese è ormai affidato al controllo di un ristretto gruppo oligarchico che consegna da tempo leggi inadeguate, lacunose e dannose per i cittadini italiani e per il modello di stato sociale che rischia di non poter essere più fondato su politiche di welfare ispirate ai principi di universalità e solidarietà. Questo penoso, avvilente, mortificante teatrino di una politica fine a se stessa che il governo Renzi e questa maggioranza vogliono continuare a recitare non appartiene al Paese”.
Questo il duro ‘J’accuse’ di Lettieri: “La crisi più forte che attanaglia la politica è la crisi dei valori che sta inaridendo il senso della rappresentanza popolare confinandolo in un ruolo da gregario. Mentre fuori dal Palazzo le piazze ci domandano giustamente interventi efficaci per contrastare una crisi che sta trasformando gli indicatori economici e sociali in bollettini di guerra, la politica di Renzi risponde con aule sguarnite, tempi contingentati dall’ennesima fiducia, assenza del relatore su un provvedimento, qual è la legge di stabilità, che condizionerà fortemente la vita di tutti gli italiani e cinque minuti a disposizione per esporre un pensiero che poi, ovviamente, si rivelerà pure inutile considerato, come ho detto, che è posta la fiducia sul maxi emendamento del governo”.
“Provo vergogna e mi sento umiliato” – sottolinea ancora il senatore – “Il Parlamento è diventato solo un luogo di ratifica che in questo modo non riesce a produrre azioni veramente efficaci e spiace che il presidente della Repubblica non intervenga anche oggi, come ha fatto qualche anno fa, nello stigmatizzare l’uso esasperato di questo strumento. Io sarei disposto a stare in aula anche il giorno di Natale, ma per costruire seriamente un progetto per la ripresa economica dell’Italia, potendo esercitare il mandato elettorale affidatomi”.
Il no dei senatori siciliani
Il senatore Vincenzo Gibiino, membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia e coordinatore azzurro in Sicilia, insiste: “Forza Italia Sicilia voterà no alla Legge di stabilità, per fermare il saccheggio delle risorse della nostra Isola e del Mezzogiorno ordito dal governo Renzi, deciso a riportare a Roma i fondi Pac non spesi entro il 30 settembre scorso”. Gibiino parla di “un provvedimento discriminatorio e anti Sud, quello voluto da Palazzo Chigi, che sta avendo il sostegno di un Parlamento irresponsabile”.
“Vani i tentativi dei senatori azzurri di sensibilizzare i colleghi degli altri schieramenti, Pd in primis, sulla necessità di non penalizzare oltremodo i territori meridionali” – spiega il senatore siciliano – “Insieme al senatore Antonio D’Alì, membro della Commissione Bilancio del Senato, ai senatori e deputati nazionali, alla deputazione regionale, all’eurodeputato azzurro, confermiamo la decisione del nostro movimento di frenare una pericolosissima deriva sfascista. Certi di rispondere agli interessi dei nostri elettori, prima al Senato, quindi alla Camera ci opporremo fermamente ad una politica economica che punisce inesorabilmente i più deboli”.
Scelte inadeguate e sbagliate
Di “scelte di politica economica profondamente inadeguate e sbagliate” ha parlato nel suo intervento in Aula il senatore Remigio Ceroni, descrivendo poi “l’Italia degli imprenditori sommersi dalle tasse, delle fabbriche costrette a chiudere, dei padri di famiglia senza più un’occupazione, dei giovani obbligati ad emigrare per cercare lavoro, dei nuclei familiari ridotti alla povertà” che “si aspettava di più. Si aspettava dal governo degli slogan misure atte a rilanciare la domanda interna, a stimolare la ripresa dei consumi, si aspettava la possibilità di entrare nel mondo del lavoro attraverso incentivi veri, si aspettava un sostegno per le imprese, si aspettava meno tasse sulla casa”.
Al contrario, afferma Ceroni, “riceveranno una legge di bilancio che illusoriamente con una mano sembra dare ma che con l’altra toglie. È certo che ci sarà un aumento ulteriore della pressione fiscale e che scatteranno necessariamente le cosiddette clausole di salvaguardia con aumento dell’Iva, aumento delle accise, aumento delle imposte indirette. State percorrendo una strada completamente sbagliata”.
Conclude il senatore azzurro: “Lo Stato spenderà di più del previsto e incasserà meno delle aspettative e sarete costretti dopo le elezioni a varare misure di austerità ben più pesanti di quelle previste in questa legge. L’importante è che vi assumiate le vostre responsabilità di fronte al Paese quando sarete chiamati a rispondere del disastro che avete combinato in questi anni”.
GM