
Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è ottimista sul superamento della crisi economica in Italia e intravede la ripresa per il 2015, come anche Confindustria. “Nei prossimi trimestri si prevede una crescita debole che via via si va rafforzando: spero non sia ciclica ma frutto di un cambiamento nella struttura economica del Paese“, per effetto delle riforme che il governo sta approntando, si intende. Così ha parlato il ministro dell’Economia intervenendo al congresso Legaccop. “Le nostre misure saranno crescenti negli effetti con l’andare del tempo e quindi abbiamo bisogno che il governo resti in carica a lungo – ha sottolineato Padoan -. Per questo abbiamo bisogno di stabilità ma anche di un orizzonte di medio lungo termine”.
Secondo Padoan il semestre italiano di presidenza europea, che sta per concludersi, ha “ottenuto grandi risultati”, ma soprattutto ha dimostrato “che l’Italia è un Paese affidabile”, ha affermato il ministro. Una affidabilità che “è fondamentale per andare avanti in Europa”. “A luglio abbiamo detto che dopo anni di crisi profonda le priorità dovevano essere crescita e occupazione“, ha continuato, sostenendo che per impulso dell’Italia qualcosa è cambiato in Europa. “Il cambiamento di atteggiamento è percepibile nel fatto che il Consiglio europeo ne parlerà oggi in modo concreto – ha spigato -. Poi c’è lo scambio automatico di informazioni che mette fine al segreto bancario, c’è anche il contributo fondamentale all’approvazione del bilancio europeo e altre cose che forse sembrano piccole, ma che permettono alla macchina europea di andare avanti”, ha precisato Padoan.
Sul fronte europeo, il ministro dell’Economia ha definito il piano di investimenti del presidente della Commissione europea Juncker “un buon punto di partenza ma c’è ancora del lavoro da fare”, ha sottolineato. Secondo Padoan, infatti, bisogna chiarire come verranno allocate le risorse del nuovo Fondo europeo, in che misura gli Stati Ue contribuiranno con le proprie risorse e soprattutto, questione particolarmente cara all’Italia, “quale sarà l’impatto dei contributi sul patto di stabilità”. Il premier Renzi aveva chiesto con insistenza a Juncker che questi contributi non fossero calcolati nel deficit degli Stati e il presidente della Commissione Ue aveva promesso che sarebbero stati esclusi, ma tutto è ancora da decidere e sarà cruciale questo Consiglio europeo di fine anno, con la cancelliera tedesca Angela Merkel che già ha messo le mani avanti. Quindi sarà molto probabilmente un Consiglio europeo combattivo, del resto già in quello precedente dello scorso ottobre Renzi aveva criticato duramente la tecnocrazia europea.
Padoan ha comunque ricordato che oltre al piano di Juncker sono state avviate altre azioni in ambito europeo per promuovere gli investimenti che facciano finalmente ripartire la crescita in Europa. “Già oggi ci sono progetti disponibili” e “meritevoli di finanziamenti”, elaborati dalla presidenza italiana di turno dell’Unione europea nella task force con la Banca europea degli investimenti (Bei). Il ministro ha spiegato che esiste “un elenco di progetti di vario tipo di valore nominale pari a 40 miliardi”. “Non dico che questi 40 mld arriveranno tutti – ha precisato Padoan -, ma i progetti ci sono, e le risorse anche, e la Bei è in grado di finanziare progetti che hanno superato il vaglio dell’analisi tecnica”. Quindi il ministro ha invitato la Bei ad attivarsi per “dare un forte impulso agli investimenti, perché ci sono già gli strumenti per farlo e poi con il Piano Juncker ci sarà un effetto moltiplicatore”, ha assicurato.
Una volta che sarà iniziato il superamento della crisi in Italia, con le riforme del governo italiano e gli investimenti europei, secondo Padoan scenderà anche il debito pubblico, ma solo a partire “dal 2016 e non prima per motivi indipendenti dalla politica economica del Governo”, ha spiegato, e dovuto alla bassa inflazione europea. Se l’inflazione oggi “fosse al 2% (come da obiettivo della Bce, ndr), con il nostro surplus primario che produciamo da anni e lo sforzo delle riforme il nostro debito sarebbe su un sentiero di forte discesa e non farebbe notizia”, ha affermato il ministro. In vista del giudizio della Commissione europea a marzo sui conti pubblici italiani, Padoan ha detto che “il rapporto con la Commissione è continuo e costruttivo; Bruxelles è informata sule nostre misure, che prendiamo in autonomia. Il Governo ha già anticipato l’intenzione di fare ulteriori sforzi di aggiustamento in un contesto in cui il consolidamento della finanza pubblica migliora e dando al contempo stimolo alla crescita con un abbattimento delle tasse non usuale oltre che con risorse per i nuovi ammortizzatori sociali e per l’innovazione”, misure contenute nella legge di Stabilità. “Stiamo facendo un’operazione che quantitativamente migliora la finanza pubblica e qualitativamente sostiene la crescita – ha continuato il ministro – . La Commissione guarda alla quantità ma anche alla qualità e alle riforme strutturali”.
In merito al crollo del prezzo del petrolio, Padoan ha dichiarato che quello attuale “è un momento complesso per l’economia globale”, ma che “un prezzo del petrolio a 60 dollari se persistente è di per sé una buona notizia perché vale lo 0,5% di crescita in più“. Rispetto alla correlata crisi in Russia, con la svalutazione del rublo in buona parte influenzata proprio dai forti ribassi delle quotazioni del petrolio, Padoan ha osservato che il collasso del “rublo fa riflettere sulla precarietà dell’economia russa, quasi totalmente dipendente dal petrolio”, anche se, ha aggiunto, la Banca centrale russa ha preso “misure importanti per stabilizzare il tasso di cambio”. Padoan ha aggiunto che è “nell’interesse di tutti la stabilità dell’economia russa” e occorre fermare la crisi finanziaria del Paese, proprio per il fatto che “molte imprese italiane hanno legami forti con la Russia”.
Riguardo alla Grecia, il Ministro dell’Economia sostiene che per l’Italia “non c’è assolutamente alcun rischio contagio” per via della nuova crisi politica che sta attraversando il Paese. “La Grecia del 2014/2015 non è la Grecia del 2010/2011 – ha precisato Padoan -. Ha fatto enormi sforzi di aggiustamento fiscale, deve continuare sulla strada delle riforme. Ma da parte della Commissione c’è la massima predisposizione a sostenere questo percorso e c’è un atteggiamento cooperativo”.
Infine, Padoan ha parlato di “gran bella notizia” a proposito del disgelo nei rapporti tra Stati Uniti e Cuba. “Questo è un risultato estremamente importante non solo simbolico, ma anche molto concreto ed è il segno che nelle situazioni di crisi la via maestra è quella del dialogo e dell’accordo”, ha concluso il ministro.
V.B.