
“L’Italia al momento in cui dovrà fare i conti con la sostituzione del Presidente della Repubblica non avrà alcun tipo di problema”, lo assicura il presidente del Consiglio Matteo Renzi, sottolineando anche: “Credo che il Parlamento italiano abbia imparato la lezione dell’aprile 2013 ed io sono assolutamente convinto che riuscirà a fare quello che deve fare nei tempi stabiliti”. Queste le parole del premier che ha partecipato a Bruxelles a un incontro sull’accordo di libero scambio fra Europa e Stati Uniti.
Intanto arriva l’intesa sulla tempistica, almeno a sentire quanto afferma il ministro Maria Elena Boschi: “Sui tempi, c’è sempre intesa con Forza Italia. Il calendario prevede che l’8 gennaio saremo in aula alla Camera con la riforma costituzionale e contemporaneamente al Senato procediamo con la legge elettorale”. Ieri sembrava che Forza Italia navigasse in direzione contraria, posizione poi sostanzialmente confermata dalle parole di Renato Brunetta, mentre a raddrizzare il tiro ci pensa anche il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini: “Se qualcuno vuol ritardare le riforme su cui si sta discutendo da anni nel Paese, lo dica agli italiani”.
“Il Capo dello Stato ancora non si è dimesso e non possiamo bloccare tutto in attesa di una data che non si sa quale sarà. Su questo anche Forza Italia è d’accordo”, ha chiarito oggi la Boschi, illustrando a Montecitorio il ddl riforme, proseguendo quindi: “Ora andiamo alla capigruppo del Senato, si discuterà del calendario della legge di Stabilità e non so se all’ordine del giorno c’è anche il timing della legge elettorale, ma se non sarà in questa capigruppo sarà nella prossima. L’esame dell’Italicum in aula comincerà ai primi di gennaio, forse anche prima”.
Regioni vogliono chiarimenti da governo
Intanto, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, a nome della Conferenza delle Regioni, ha inviato una missiva al presidente del Consiglio, al sottosegretario Delrio e ai ministri Boschi, Lanzetta e Poletti, per chiedere “un incontro urgente” al fine di “individuare interventi correttivi al testo del Disegno di legge costituzionale”. Ha spiegato Chiamparino: “La commissione Affari costituzionali, nella predisposizione del testo per l’Aula, ha approvato un emendamento all’articolo 30, di modifica dell’articolo 117 della Costituzione, che riconduce in capo allo Stato la piena competenza in materia di tutela e sicurezza del lavoro e, cosa ancor più grave, in materia di politiche attive del lavoro”.
La Conferenza delle Regioni , nella seduta odierna, “ha espresso netta contrarietà su tale intervento”, sottolinea il presidente Chiamparino, in quanto “priva le Regioni delle competenze in materia di lavoro, determinando una separazione netta fra le politiche attive e la formazione professionale che resta di competenza regionale, facendo così venire meno quel legame che necessariamente deve invece sussistere per il buon funzionamento del sistema”.
Inoltre, “la ricentralizzazione delle competenze in materia di lavoro, contraria peraltro a quanto accade negli altri Paesi europei, rischia di replicare le fallimentari esperienze del passato”. Conclude Chiamparino: “E’ importante che la programmazione delle politiche attive resti di competenza delle Regioni che, per la maggiore vicinanza ai territori, sono in grado di modulare gli interventi sulla base delle effettive esigenze del contesto produttivo locale”.
GM