
La procura di Ivrea ha chiesto il rinvio a giudizio per 33 dei 39 indagati nell’inchiesta sulle morti per amianto alla Olivetti. Tra gli indagati “eccellenti” che risultano destinatari del provvedimento, firmato dai pm Laura Longo e Lorenzo Boscagli, e che ora dunque rischiano il processo, nomi molto noti come quelli di Carlo De Benedetti, Corrado Passera e Roberto Colaninno. Stesso provvedimento adottato nei confronti di Franco De Benedetti e dei figli di Carlo De Benedetti, mentre sono cinque le richieste di archiviazione inoltrate al gip e uno degli indagati è morto nelle scorse settimane. Del coinvolgimento dei vertici di Olivetti in indagini su amianto killer se ne parla dallo scorso novembre.
Le indagini riguardano venti persone morte tra la fine del 2003 e i primi mesi di quest’anno, dopo aver lavorato in reparti contaminati ed aver contratto, dopo esser andati in pensione, il mesotelioma pleurico, patologia tumorale ritenuta direttamente correlata all’esposizione all’asbesto, vale a dire alle fibre aerodisperse dell’amianto, con una latenza temporale che può essere di diverse decine di anni. In particolare, sarebbero tre i reparti sotto la lente di ingrandimento per la probabile esposizione all’amianto, vale a dire le Officine Ico, i capannoni di San Bernardo e il comprensorio industriale di Scarmagno.
Carlo De Benedetti ha presieduto Olivetti dal 1978 al 1996, affiancato da suo fratello Franco, che sarebbe il terzo indagato, nelle funzioni di vicepresidente e per molti anni anche amministratore delegato; l’ex ministro tecnico Corrado Passera ha invece ricoperto quel ruolo tra il 1992 e il 1996. L’accusa riterrebbe che la dirigenza della Olivetti non abbia preso le giuste contromisure per evitare il contatto con l’amianto.
Il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, ha così commentato la richiesta di rinvio a giudizio: “Il vaglio fatto dalla Procura della Repubblica di Ivrea, alla luce delle memorie difensive presentate, non ha consentito di effettuare una richiesta di archiviazione se non per posizioni marginali”.
La replica di De Benedetti
In una nota del suo ufficio stampa, la difesa dell’Ingegnere più noto d’Italia: “Preso atto della richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura della Repubblica di Ivrea – basata su una tesi accusatoria ormai nota da tempo – l’Ingegner Carlo De Benedetti, come dichiarato in più occasioni, insiste nel ribadire la propria estraneità ai fatti contestati e ha fiducia che di fronte al giudice per l’udienza preliminare possano essere chiariti i singoli ruoli e le specifiche funzioni svolte all’interno dell’articolato assetto aziendale di Olivetti”.
“La corposa indagine dei Pubblici Ministeri, che – si ricorda – deve essere ancora sottoposta al vaglio di un giudice, si basa su mere ipotesi, come dimostra il coinvolgimento di persone che non avevano alcuna responsabilità operativa nella società” – prosegue la nota – “L’Ingegner De Benedetti ricorda ancora una volta che per quanto di sua competenza, nel periodo di permanenza in azienda, l’Olivetti ha sempre prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell’epoca”.
GM