
Il Consiglio europeo di Bruxelles, convocato per ieri e oggi, ha approvato ieri sera in via definitiva il piano di investimenti del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker per rilanciare la crescita in Europa. Il piano, va detto, stanzia in realtà solo 21 miliardi di euro, già previsti nel bilancio Ue peraltro, mentre gli altri 294 miliardi dovrebbero ricavarsi dalla cosiddetta leva finanziaria, un moltiplicatore degli investimenti privati e pubblici che saranno conferiti al Fondo speciale appositamente istituito e garantito dalla Banca europea degli investimenti (Bei).
Il tema cruciale del vertice di ieri era sui contributi dei singoli Stati al Fondo, per i quali l’Italia e il premier Matteo Renzi avevano chiesto con forza che non fossero computati nel calcolo del deficit. Così era stato promesso da Juncker e così è stato convenuto nella riunione di ieri. “I contributi nazionali al Fondo” europeo di investimenti “saranno neutri rispetto all’applicazione del Patto di Stabilità!”, ha assicurato Juncker. “Se l’Italia contribuirà al fondo con alcuni miliardi, questi miliardi non saranno presi in conto quando valuteremo la situazione delle finanze pubbliche italiane”, ha aggiunto il presidente della Commissione europea, precisando tuttavia che “per quel che concerne gli investimenti pubblici sul territorio italiano che pesano sui conti italiani la situazione è più complicata”. Quindi niente flessibilità per investimenti interni ai paesi membri, come aveva chiesto invece Renzi. “Il Patto di stabilità – ha spiegato Juncker – non permette a priori di avere lo stesso tipo di trattamento di quello riservato ai contributi ai fondi del piano di investimenti comune, ma la Commissione a gennaio presenterà una comunicazione sulla flessibilità all’interno del Patto e sicuramente riparleremo della questione, ma non possiamo dire adesso quello che ne accadrà”.
In un’intervista a Skytg24, Juncker ha precisato: “Quello che abbiamo fatto per Francia e Italia, dando più tempo visto le difficoltà a sistemare le cose nelle scadenze previste, è un segno di fiducia e quando un governo mi scrive che farà delle riforme strutturali io gli credo. Quindi sì, ho fiducia nel governo Renzi”. Quindi il presidente dela Commissione Ue ha detto: “Vedo con piacere l’azione del governo Renzi che ha cambiato le cose in Italia e ha contribuito a cambiarle in Ue, ma non si può cambiare tutto in soli sei mesi”.
Il Consiglio europeo in corso a Bruxelles è l’ultimo del 2014 e l’ultimo sotto il semestre di presidenza italiana. Inoltre è il primo sotto la guida di Doanld Tusk, l’ex premier polacco succeduto al belga Herman Van Rompuy alla carica di presidente del Consiglio.
V.B.