Ilaria Alpi, la madre: “Inutile premio alla memoria di mia figlia”

Ilaria Alpi (screenshot Youtube)
Ilaria Alpi (screenshot Youtube)

A oltre vent’anni dal decesso della giornalista del Tg3, Ilaria Alpi, e del suo operatore Miran Hrovatin, avvenuto in Somalia nel marzo 1994,  e a qualche mese dalla decisione di secretare gli atti dell’inchiesta, la madre, Luciana Riccardi Alpi, in una lettera, spedita il 21 novembre, ma resa nota grazie a una segnalazione giunta all’Ansa, chiede di “prendere atto delle mie dimissioni irrevocabili da socio dell’associazione e del mio desiderio che si ponga termine ad iniziative quali il Premio Ilaria Alpi, di cui non è più ravvisabile alcuna utilità”.

La donna, ormai 81enne, si rivolge agli organizzatori, ai membri dell’associazione, al sindaco di Riccione, all’assessore alla Cultura dell’Emilia Romagna, per comunicare la decisione e ribadire: “Pur non avendo un ruolo formale nella vostra associazione e nell’organizzazione del Premio Alpi ho sempre sentito il dovere di seguire la vostra attività e possibilmente collaborarvi, specialmente nei rapporti con l’esterno, al fine di garantirne la rispondenza agli ideali di mia figlia”.

“Non si può aspettare 20 anni per avere giustizia”, sottolinea la donna, per la quale “il Premio era il mezzo. Ho 81 anni, io non me la sento più, non sono più la donna di 20 anni fa, purtroppo, e non ce la faccio più a fare queste cose. Anche i medici mi chiedono di chiudere con questa cosa, soprattutto il mio cardiologo mi dice ‘basta’. Ogni volta che devo andare a parlare di Ilaria ho l’ansia”.

Quindi conclude: “Questo impegno con l’andare degli anni è divenuto particolarmente oneroso, anche per l’amarezza che provo nel constatare che, nonostante il nostro impegno, le indagini in sede giudiziaria non hanno portato alcun risultato”.

Il premio non va chiuso

Alla madre di Ilaria Alpi replica il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi: “Luciana Alpi ha ragione: è intollerabile che dopo venti anni non ci sia ancora una verità giudiziaria riconosciuta sull’uccisione di sua figlia Ilaria e di Miran Hrovatin, ma credo che gli organizzatori dovrebbero riflettere su un aggiornamento del Premio, più che sulla sua chiusura”.

Dice il parlamentare, in un intervento pubblicato dall’Huffington Post: “Il Premio Ilaria Alpi rappresenta un patrimonio del nostro Paese un patrimonio per il giornalismo, per l’attività condotta dalle commissioni parlamentari (anche se non sempre nella direzione giusta), per le istituzioni. Disperdere questi venti anni di storia sarebbe un errore. Il premio di giornalismo organizzato a Riccione ha permesso a molti cronisti di esercitarsi sulla strada dell’inchiesta, ha rafforzato il giornalismo investigativo che con sempre maggiori difficoltà trova spazio sulle testate nazionali e locali”.

“Per questo, raccogliendo il grido della madre di Ilaria Alpi, gli organizzatori potrebbero prendere l’occasione per trasformare uno dei simboli del giornalismo in un nuovo riferimento per l’informazione e per i giovani cronisti che, anche grazie alla storia di Ilaria e Miran, intendono dedicarsi a questa professione”, sottolinea ancora il deputato del Partito Democratico.

Anzaldi poi conclude: “L’esperienza del Premio Alpi potrebbe diventare l’incubatore di un appuntamento rinnovato, che superi i riferimenti tradizionali del giornalismo esclusivamente televisivo o della carta stampata per allargarsi al ruolo di inchieste e reportage anche in rapporto ai social network”.

 

GM