
Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha illustrato in un’intervista al quotidiano il Messaggero il piano del governo sulle privatizzazioni. Il 2015, ha annunciato Padoan, sarà “l’anno per le privatizzazioni del governo“: “Collocheremo subito un’altra quota di Enel, poi procederemo con Poste, Enav e probabilmente Fs”. Già il governo aveva impresso un’accelerata alle privatizzazioni di Enel e Ferrovie dello Stato, creando in quest’ultimo caso un gruppo di lavoro congiunto tra ministeri dell’Economia e dei Trasporti e vertici di Fs. Ora Padona ne delinea le modalità concrete, anche se l’operazione è stata nel frattempo rimandata all’anno prossimo.
Padoan ha spiegato che il piano di privatizzazioni era stato già avviato dal precedente governo guidato da Enrico Letta, ma “nel 2014 ha subito uno stop, perché il mercato non è stato favorevole. Ad ogni modo abbiamo portato in borsa Fincantieri e Rai Way – ha sottolineato -, una quotazione, quest’ultima, che ci ha dato grande soddisfazione”.
Riguardo al piano di privatizzazioni, Padoan ha riferito che l’obiettivo del governo è quello di “collocare un’altra quota di Enel, ma il timing lo decideremo in base all’andamento della Borsa”, ha precisato. Quindi, “collocheremo il 40% di Poste, il 39% di Enav (ente nazionale di assistenza al volo) e una partecipazione non lontana dal 40% di Ferrovie dello Stato”, ha aggiunto. Il governo conta di ottenere “10 miliardi di euro” da queste privatizzazioni, anche se, sottolinea Padoan, “bisognerà fare i conti col mercato”.
Il denaro raccolto con le privatizzazioni serve per fare cassa e ridurre l’ingente debito pubblico italiano, che a ottobre ha ripreso a correre. “Il debito crescerà anche nel 2015“, ha detto Padoan, spiegando che “solo nel 2016 la curva del debito comincerà a scendere in modo significativo“. Il ministro ha spiegato che “basterebbe una crescita dell’1% e un’inflazione vicina al 2% per ridurre il problema debito entro i limiti di assoluta tranquillità. Sono obiettivi raggiungibili, soprattutto in relazione a quanto il governo sta facendo per rilanciare la crescita“, ha assicurato Padoan. Inoltre, un aiuto potrebbe venire dal calo del prezzo del petrolio, che in questi giorni è sceso al minimo degli ultimi 5 anni fin sotto quota 60 dollari al barile. “Un petrolio stabilizzato attorno ai 60 dollari produrrebbe una crescita dello 0,5% del nostro Pil“, ha detto il ministro dell’Economia. In Italia, infatti, il costo dell’energia per le imprese è molto più alto di quello degli altri Paesi europei, dato che siamo forti importatori di combustibili. Un costo inferiore sarebbe un vantaggio importante.
Tra i metodi per generare risorse da destinare all’abbattimento del debito pubblico, c’è anche “la valorizzazione del patrimonio dello Stato”, ha continuato Padoan. Occorre “mettere a reddito i cespiti più appetibili, collaborare con i Comuni per cambiare la destinazione d’uso degli immobili del demanio militare”, ha spiegato Padoan. Al piano sulle privatizzazioni collaborerà, inoltre, la Cassa Depositi e Prestiti.
V.B.