Quirinale, Renzi punta a largo consenso

Matteo Renzi (Franco Origlia/Getty Images)
Matteo Renzi (Franco Origlia/Getty Images)

Il nuovo presidente della Repubblica “spero sia eletto con il più alto consenso possibile. Da parte del Pd faremo di tutto perché sia così”, firmato Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio, ospite radiofonico della trasmissione “Benvenuti nella Jungla”, su Radio 105, è tornato poco fa a commentare quello che si prospetta come sempre più imminente voto per il Quirinale. Il premier ha voluto sottolineare come l’auspicio sia quello di una riflessione comune senza “le polemiche, divisioni, litigi del passato. Poi naturalmente sarà difficile che tutti accettino” lo stesso nome.

Ha spiegato Renzi: “Considererei un fallimento se non si eleggesse il Presidente della Repubblica: che arrivi al primo giro, al quarto giro, al settimo giro non è questo il punto, non è se arriva con la maggioranza qualificata o con la maggioranza semplice, non è che la maggioranza qualificata vale più dell’altra. E’ come un sindaco: può essere eletto al primo turno o al ballottaggio, ma è sempre sindaco”.

Quindi sull’eventuale accordo tra diverse forze: “Quando arriverà quel momento, credo che tutte le forze politiche, da Forza Italia, a Cinquestelle, a Sel, a Fratelli d’Italia, alla Lega, ai centristi e naturalmente al Pd, che ha tanti delegati per l’elezione del Presidente, dovranno fare una riflessione, vera, su che serve all’Italia per i prossimi sette anni e farlo senza mettere in campo le polemiche, le divisioni, i litigi che ci sono stati nel passato”.

“Ma per il momento” – ha precisato Renzi – “il presidente della Repubblica c’e’ e si chiama Giorgio Napolitano”.

Non è tempo per giochi politici

Il presidente del Consiglio critica poi il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, chiarendo: “Non ho tempo per preoccuparmi di eventuali giochi politici, quelli arriveranno nel 2018. Per adesso, da qui al 2018 testa bassa e lavoriamo per l’Italia”. Poi a Beppe Grillo che oggi ha affermato di preferire “il bunga bunga” di berlusconiana memoria alle cene di finanziamento organizzate dal Pd, il premier ha replicato con molta ironia: “Io ho fatto una cena di autofinanziamento per il Partito democratico, una a Milano e una a Roma, le mie cene effettivamente, vedendo come sto ingrassando, sono un po’ un problema”.

Infine sul ricorso al voto di fiducia, Renzi constata che quello delle fiducie chieste in Parlamento “è un numero sul quale aumenteremo anche in futuro”, soprattutto se rapportato a quelle chieste dal suo precedessore, Enrico Letta.

 

GM