
Nel segno delle polemiche sono iniziate le votazioni degli emendamenti al ddl bilancio, nell’aula del Senato. La seduta è stata poi sospesa fino alle 17h, per completare i lavori della commissione Bilancio, sulle modifiche alla legge di stabilità che saranno apportate con il maxiemendamento del governo e con il governo si era impegnato a recepire il lavoro svolto in Commissione bilancio dopo che erano stata congelate inviando il testo al Senato senza mandato del relatore.
“Abbiamo bisogno ancora di un pò di tempo”, ha spiegato il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, assicurando il proprio impegno “a fare in modo che alle 17.00 possa cominciare il nostro lavoro regolarmente” con la presentazione del maxiemendamento sul quale, preannuncia il vice ministro “il governo porrà la fiducia”.
Morando ha poi spiegato che considerando “il mancato completamento dei lavori in commissione provocato la mancanza di relazione tecnica su ciò che non è stato posto materialmente al voto. La relazione tecnica va quindi fatto adesso”
Ma i partiti sono critici per il ritardo con il quale il maxiemendamento interamente sostitutivo del testo della legge di bilancio approderà a palazzo Madama.
Il M5S minaccia ostruzionismo al Senato e alla Camera, dove il testo dovrà approdare un terza e ultima lettura entro il 23 dicembre.
Come sintetizza il Corriere.it, tra le modifiche ci dovrebbero essere quelle già approvate in Commissione e alcune presentate dal governo che non sono state votate. Secondo le indiscrezioni, ci sarebbero misure per alleggerire i tagli ai dipendenti delle Province, la riduzione dell’Iva per gli ebook al 4%, l’aumento dell’Iva sul combustibile pellet che dovrebbe passare dal 10 al 22%, il congelamento nel 2015 del canone Rai e della Tasi, così come delle norme sul sistema di valutazione scolastica Invalsi e sulle partecipate degli enti locali.
I senatori del Movimento Cinque Stelle hanno diramato una nota con la quale denunciano che “il governo è nel pallone: prima toglie al Parlamento la possibilità di discutere in Commissione la legge fondamentale per i conti dello Stato, poi porta in Aula un testo senza il mandato al relatore e ora non riesce nemmeno a farci avere il testo del maximendamento”.
“Il motivo lo conosciamo: in questi giorni i corridoi del Senato erano affollati da lobbisti intenti a far infilare nella legge di stabilità norme clientelari e a vantaggio di singoli invece che della collettività”, sostengono i senatori grillini, concludendo che “ora il governo evidentemente non riesce a far quadrare i conti e non sa come uscirne. Il risultato è che non sappiamo ancora cosa conterrà il testo del maxiemendamento su cui il governo porrà la fiducia, costringendo il Parlamento a votare a scatola chiusa un provvedimento che ha effetti concreti sulla vita dei cittadini”.
Fuori dai palazzi, i sindacati della Pubblica Amministrazione annunciano invece nuove proteste nelle province, contro i tagli inseriti nel ddl Stabilità che potrebbero compromettere 22 mila posti di lavoro.
C.D.