
Si è tenuta oggi presso la sede dell’ANM a Roma, il Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati, con all’ordine del giorno i seguenti temi: disegno di riforma della disciplina sulla responsabilità civile dei magistrati; disegni di riforma della giustizia; organizzazione della giornata per la giustizia fissata per il 17 gennaio 2015. In apertura la relazione del presidente Rodolfo Sabelli, che ha criticato le proposte del governo Renzi in materia di corruzione: “Oggi, i toni indignati vorrebbero rimediare alla debolezza delle riforme, peraltro in larga parte più annunciate che realizzate. Dunque, al governo noi chiediamo meno stupore e scandalo e più determinazione”.
L’auspicio è che “sia presentata una proposta di legge adeguata alla gravità di questo crimine, sempre più saldamente collegato ai fenomeni mafiosi”. Si tratta di una proposta “mirata, severa ed efficace, da approvarsi in tempi molto brevi, che raccolga le indicazioni contenute nelle convenzioni internazionali e preveda meccanismi premiali per chi collabora, efficaci strumenti investigativi e un’ampia equiparazione, ai fini processuali, fra corruzione e crimine organizzato”. Non occorre, per il presidente dell’Anm, limitarsi “a pochi, modesti ritocchi, inseriti in fretta in qualche ampia proposta di legge”, che peraltro può apparire destinata “a lunghi percorsi parlamentari e magari a impantanarsi, una volta scemata l’indignazione del momento e archiviato il ricordo dell’ultimo scandalo”.
Secondo Sabelli, “le cronache giudiziarie hanno ridestato un dibattito che pareva sopito, su proposte che suscitano nel mondo politico divisioni e polemiche, piuttosto che consensi”, ma “anche questo accendersi episodico di fiamma appare effimero. La politica sembra oggi accorgersi improvvisamente di quei guasti che noi con forza abbiamo segnalato da anni”. Insiste il presidente dell’Anm: “Se la prescrizione è quello scandalo che disperde lavoro e risorse, allora il legislatore deve bloccarla se non dopo l’esercizio dell’azione penale quantomeno dopo la sentenza di primo grado”.
La volontà di contribuire
Per questi motivi, “la magistratura continuerà ad offrire il proprio contributo di esperienza e di idee, in quel confronto fecondo che raccoglie insieme società civile e istituzioni dello Stato. Anche questo è democrazia”. Sabelli ritiene quindi che “ogni tentativo di innaturale dilatazione dei tempi del processo” potrebbe “aggravare ancor più la durata dei processi”.
Inoltre la riforma della responsabilità civile dei magistrati, accusa il presidente dell’Anm, “costituisce una specie di ossessione della politica, e non da tre ma da trenta anni almeno”. I magistrati proseguono nell’esprimere le proprie criticità sull’abolizione del filtro di ammissibilità e sulla nuova causa di responsabilità da travisamento del fatto o delle prove.
GM