
“Vuoi girare un film in tranquillità? Dacci 50mila euro”, questo in sintesi il contenuto delle minacce che due pregiudicati avrebbero rivolto nei confronto di Fabio Marini, location manager di una troupe cinematografica, impegnata in un set a Nardò, grosso centro in provincia di Lecce. Peccato che l’uomo fosse persona integerrima, così tanto integerrima da essere responsabile dell’associazione antiracket di Mesagne, in provincia di Brindisi, oltre ad aver subito varie minacce dalla criminalità locale, compresa un’automobile andata in fiamme.
Così, l’uomo si rivolgeva al locale commissariato di polizia e stamattina all’alba gli agenti hanno arrestato due persone con l’accusa di tentata estorsione, danneggiamento e furto aggravato. I due finiti in manette sono Luca My, 30enne neretino e di Pierluigi Calignano, leccese di 21 anni, il primo con precedenti per associazione mafiosa e ritenuto vicino alla Scu, il secondo per reati contro la persona e il patrimonio. Gli investigatori del commissariato di Nardò, diretto dal vicequestore aggiunto Pantaleo Nicolì, sono riusciti a individuarli dopo un’attenta attività investigativa.
Il film in questione è “Sei mai stata sulla luna?”, di Paolo Genovese, con un cast d’eccezione composto da Raoul Bova, Neri Marcoré e Rolando Ravello, ma anche da star del cinema italiano provenienti proprio dalla Puglia, come Sergio Rubini, Emilio Solfrizzi, Dino Abbrescia e Paolo Sassanelli. La pellicola, girata a fine estate nel Salento, negli ultimi anni una delle location preferite dai registi italiani, sia televisivi che cinematografici, uscirà nelle sale il mese prossimo, ma nel corso delle riprese ha trovato l’ostacolo dei due malvimenti.
La ricostruzione dei fatti
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, My e Calignano si sono presentati una prima volta sul set per una sorta di “sopralluogo”, poi erano tornati con spavalderia per chiedere a Marini di parlare con “quello che comanda”, verosimilmente la produzione cinematografica, peraltro molto nota e con sede a Roma. Il location manager dava ai due un appuntamento per il giorno dopo, intanto veniva avvertita la polizia.
My e Calignano però non avrebbero atteso e si sarebbero presentati nuovamente sul set, prendendo di mira un camion; all’interno dell’abitacolo, i due avrebbero vergato in un misto tra italiano e dialetto salentino una minaccia: “Pacate 50.000 se no ciao”. A quel punto, Marini avvertiva la polizia, ma all’appuntamento dato con la produzione, i due non si presentavano; scattavano dunque le indagini e una telecamera di videosorveglianza di un negozio nei pressi del set immortalava ignoti che forzavano un camion.
Solo grazie a due testimonianze e a riscontri fotografici si risaliva a My e Calignano, nei confronti dei quali è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Giovanni Gallo su richiesta del sostituto procuratore Guglielmo Cataldi, escludendo però l’aggravante dei metodi di intimidazione mafiosi. Soddisfatto il procuratore Cataldo Motta: “L’operazione odierna dimostra l’importanza di denunciare i tentativi di estorsione. A ogni tentativo vi è, infatti, la risposta puntuale della polizia di Stato. I risultati ci sono e gli arresti compiuti nelle ultime settimane lo dimostrano”.
GM