Unità a sinistra, Vendola fa sul serio

Nichi Vendola (TIZIANA FABI/AFP/Getty Images)
Nichi Vendola (TIZIANA FABI/AFP/Getty Images)

“Se il Pd vuole, dopo quattro votazioni possiamo eleggere Romano Prodi al Quirinale”: questa la sfida che il presidente di Sel, Nichi Vendola, lancia agli ex alleati del Partito Democratico nel corso dell’Assemblea Nazionale del suo partito in svolgimento a Roma, dove è stato anche lanciato l’appuntamento di gennaio con Human Factor, la convention attraverso la quale la formazione politica intende rilanciare la propria azione alla sinistra del Pd.

Il governatore pugliese, che vede il suo partito alleato (e per questo spesso oggetto di critiche) del Pd a livello locale, sottolinea comunque che “se si tiene fuori dalla partita la fonte prevalente di inquinamento, ossia il patto del Nazareno, allora è possibile eleggere subito il presidente della Repubblica”. Se poi “l’inquilino del Colle da eleggere serve per ridare speranza e un’immagine pulita delle istituzioni”, allora Sel vorrà sicuramente fare la sua parte.

Critiche di Vendola al nuovo soggetto politico lanciato da Salvini nel Centrosud: “E’ un pericolo, scommette sulla paura. Al Nord recluta fascisti e nazisti, al Sud i riciclati trasformisti mentre a Roma ha preso uomini di contorno di Mafia Capitale“. Quindi lancia la scommessa per il futuro di Sel: “Dobbiamo giocare una partita nuova che non è di restyling ma è quella di mettersi in sintonia con San Giovanni”.

Braccia aperte sempre e comunque ad accogliere Pippo Civati, presente in platea insieme, tra gli altri, a Susanna Camusso e Maurizio Landini, oltre che a un altro dissidente del Pd, Stefano Fassina: “Noi non aspettiamo Civati come fosse Godot, sia chiaro, ma dobbiamo valorizzare il coraggio delle sue prese di posizione, aspettando che la crepa che si sta aprendo nel Pd sia sempre più profonda”.

La principale preoccupazione di Vendola sembra essere quella di fare di Sel un fattore di aggregazione a sinistra del Pd: “Certo, ci vorrà del tempo ma adesso il sindacato va guardato con occhi diversi”; sta di fatto che “per la prima volta nel mondo del lavoro i sindacati non hanno più riferimento con il grande partito della sinistra”. Da qui la necessità di “costruire un luogo, una grande casa” che serva a “dare riparo a chi è al gelo”.

Accuse al governo Renzi

Vendola non risparmia quindi una bordata a quanto avvenuto con l’ok al Senato sulla legge di stabilità: “Una manovra di bilancio varata nel caos e nella sciatteria dimostra il dilettantismo più assoluto di una classe politica che pensa solo alla propaganda mentre il Paese affonda, siamo all’umiliazione del Parlamento“. Quindi sulla sorte dei dipendenti delle province: “Il governo gioca con i soldi degli altri. Sul destino di questi lavoratori resta un grande punto interrogativo“.

Ma dure critiche all’atteggiamento del governo Renzi arrivano anche dalla presidente del Gruppo Misto-SEL al Senato Loredana De Petris: “L’aver incardinato la legge elettorale alle 7 del mattino è un inutile atto di pura prepotenza e arroganza, che dimostra come il governo intenda andare avanti brutalmente, ignorando tutte le critiche e i dissensi che vengono anche dalla sua stessa maggioranza”.

Denuncia la De Petris: “Questo ennesimo colpo di mano non sarebbe stato possibile senza la piena complicità di Forza Italia. Dietro le chiacchiere e i finti dissensi, si conferma così che l’asse che guida l’Italia e che ne sta ridisegnando malissimo gli assetti istituzionali è quello composto da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi”.

 

GM