Tunisia, voto sotto la minaccia dell’Isis

Donne tunisine dopo il voto
Donne tunisine dopo il voto (Lionel Bonaventure/Getty Images)

Un appuntamento elettorale non privo di tensione, in Tunisia. Gli elettori sono stati chiamati a scegliere il primo Presidente delle Repubblica quattro anni dopo la Rivoluzione dei gelsomini che rappresentò la fine del poter per Zine el-Abidine Ben Ali dopo 23 anni.. Bèji Caid Essebsi, 88 anni, leader di Nidaa Tounes primo partito del Paese, ha affrontato al secondo turno Moncef Marzouki, 69 anni, presidente “provvisorio” del dopo rivoluzione, sostenuto dagli islamici di Ennahda. Al primo turno, il 23 novembre, Essebsi, aveva raggiunto il 39,5% dei consensi mentre Marzouki, si era fermato 33,4%. E’ stata una campagna caratterizzata da accuse reciproche fra i due candidati. Il leader di Nidaa Tounes ha descritto i tre anni di presidenza Marzouki come un disastro, accusandolo di avere aperto la strada agli attacchi terroristici nel Paese e di sostenere gli islamisti di Ennahda.

Le accuse tra i due candidati

Marzouki ha avvertito che Essebsi farebbe ritornare la Tunisia a un governo autoritario sullo stile di quello di Ben Ali. Ha sostenuto anche che Essebsi, con i suoi 88 anni, sia troppo anziano per governare. Nessuna delle accuse è apparsa priva di fondamento: il partito Cpr di Marzouki è stato al governo con Ennahda dopo la rivoluzione di quattro anni fa. Se Nidaa Toune il partito di Essebsi,dovesse trionfare alle presidenziali, dopo aver vinto le legislative dello scorso 26 ottobre controllerebbe tutte le leve del potere: governo e presidenza. Per la Costituzione tunisina il presidente sarà responsabile di sicurezza, difesa e affari esteri. D’altra parte, se venisse eletto Marzouki si compirebbe un’inevitabile collisione fra presidenza e Parlamento, vista la distanza trai due.

Le minacce dell’Isis

Mercoledì è stato diffuso in rete un video in cui jihadisti, con alle spalle una bandiera dello Stato islamico, rivendicavano gli omicidi del 2013 di Chokri Belaid e Mohamed Brahmi due politici di opposizione, e minacciano i tunisini in vista del voto. Durante la scorsa notte l’esercito ha ucciso un uomo e arrestato altri tre che avevano attaccato dei militari che presidiavano una scuola a Kairouan dove era stato immagazzinato materiale elettorale. L’incidente è stato confermato da Belhassan Oueslat portavoce del Ministero della Difesa. Oggi oltre 60mila uomini della sicurezza sono stati impiegati per garantire lo svolgimento delle operazioni elettorali. I tunisini chiamati alle urne sono oltre 5 milioni. Nella capitale sono stati 29 mila gli osservatori, internazionali e nazionali, e migliaia i giornalisti provenienti da ogni parte del mondo.

Ennahda

Ennahda non ha presentato alcun nome ma è probabile che la maggior parte dei sostenitori appoggi Marzouki. A sostenere Essebsi, invece, c’è l’Unione patriottica libera dell’ex candidato alle presidenziali Slim Riahi. Decisivo potrebbe rivelarsi l’elettorato del Fronte popolare di Chokri Belaid e Mohamed Brahmi i due politici assassinati nel 2013,: il suo leader, Hamma Hammami, è arrivato terzo alle presidenziali con l’8% delle preferenze. Il Fronte ha invitato i propri sotenitori a non votare per Marzouki: o Essebsi o scheda bianca

Exit poll

Secondo i dati pubblicati da 3C Etudes Caid Essebsi è primo con il 53,8% delle preferenze e Moncef Marzouki segue al 46,2%. Dati simili nell’exit poll della società Sigma: Essebsi sarebbe in testa alle preferenze con il 55,5% contro il 45,5% di Marzouki. Quest’ultimo tuttavia parla di testa a testa, paventando irregolarità e brogli. Lo staff di Marzouki ha sollecitato l’organismo di sorveglianza delle elezioni ad intervenire contro le irregolarità, accusando Essebsi di violare la legge e di alimentare la tensione.I risultati ufficiali verranno resi noti entro 24 ore dalla chiusura delle urne.

ADB