
I carabinieri del Ros di Caserta hanno effettuato un sequestro preventivo di 120 milioni di euro che riguarda alcune società e 142 distributori di benzina, sparsi in tutto il territorio nazionale, facenti riferimento alla famiglia Cosentino, il cui volto più noto è quello di Nicola, ex sottosegretario ed esponente del Pdl campano, arrestato lo scorso 3 aprile insieme ai fratelli Giovanni e Antonio, con le pesantissime accuse di estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica.
Il provvedimento odierno, emesso dal gip di Napoli, su richiesta dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo partenopeo, sarebbe legato proprio alle indagini sul conto della famiglia Cosentino e sui rapporti tra questa e il clan dei Casalesi. Già nel marzo 2013, erano state respinte due richieste di revoca di arresto e il 15 del mese, l’ex parlamentare Pdl, in quel momento ancora deputato uscente, si era costituito. A suo carico c’erano due ordinanze di custodia cautelare in carcere, una per concorso esterno in associazione camorristica e l’altra per corruzione e reimpiego illecito di capitali, aggravati dall’aver agito per agevolare il clan dei casalesi.
L’antimafia napoletana ipotizza il reato di concorrenza illecita, volta ad alterare l’andamento del mercato, in modo da favorire gli affari della famiglia Cosentino; in particolare le indagini si sono concentrate su episodi di estorsione e concussione finalizzati a favorire l’attività degli impianti di distribuzione di carburante gestiti dai Cosentino. Oltre a tali episodi, viene contestata l’aggravante del metodo mafioso per i rapporti che sarebbero intercorsi con il clan dei Casalesi.
Il presidente Caldoro
Interpellato dai cronisti riguardo ai nuovi provvedimenti restrittivi nei confronti dei Cosentino, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha sottolineato: “Rispetto sempre l’azione della magistratura e non entro nel merito delle questioni. Sono questioni che hanno il loro terreno che non è quello della politica”.
“Mi limito a svolgere il mio ruolo che è quello di presidente della Regione con atti concreti e segnali forti di contrasto alla criminalità come facciamo con il ‘pacco alla camorra’, dobbiamo continuare con forza” – ha sottolineato ancora Caldoro – “Non entro assolutamente nelle vicende che riguardano le attività della magistratura che rispetto in quanto tale, ma che hanno nel terreno dei processi e delle indagini il loro percorso, ed è bene che la politica combatta su un altro campo”.
GM