
Le difficoltà nell’attuazione della legge 62/2011, che prevede di implementare gli I.C.A.M., ovvero gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, innalzando inoltre da tre a sei anni l’età dei figli affinché venga esclusa la custodia cautelare in carcere, è una delle tematiche affrontate nella lettera che Luigi Manconi, Presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, ha indirizzato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Sostiene Manconi: “Mediamente tra i 45 e i 60 bambini tra 0 e 3 anni (e talvolta oltre) si trovano a vivere in una cella per l’impossibilità delle loro madri di ottenere gli arresti o la detenzione domiciliare. Una situazione intollerabile, che rende ancora più oltraggiosa la condizione già profondamente iniqua del nostro sistema penitenziario”.
Al senatore ha risposto oggi il Capo dello Stato, evidenziando: “Si tratta di un problema grave e delicato e sono al corrente delle difficoltà incontrate nell’attuazione della legge n. 62 del 2011 che ha previsto gli istituti a custodia attenuata, per la quale non vi è forse stato un sufficiente investimento strutturale ed una visione integrata di assistenza e sostegno per i figli dei detenuti. E’ mancato, come purtroppo spesso accade, un lungimirante impegno di tutte le Istituzioni per dare all’innovazione legislativa le caratteristiche concrete che l’avevano motivata”.
Prosegue Napolitano: “Le strutture destinate ad accogliere i bambini per non allontanarli dalle mamme detenute sono poche e mal attrezzate e non consentono sempre di raggiungere lo scopo di garantire una continuità del legame familiare offrendo, nel contempo, la possibilità di recuperare la dignità del detenuto anche attraverso il rapporto affettivo. Eppure, anche salvaguardando la continuità del rapporto familiare si favorisce il riequilibrio dell’individuo durante la detenzione”.
Sovraffollamento carcerario
“La questione della ‘prigione dei bambini’ è evocativa del tema più grande della condizione carceraria”, rileva Napolitano, che torna a ricordare il contenuto del messaggio da egli inviato alle Camere l’8 ottobre 2013, sottolineando infine: “Molto rimane da fare, ma si è comunque avuto il segno di una maggiore attenzione verso il problema della condizione carceraria che deve convincere a perseverare ed a migliorare affinando gli obiettivi”.
GM