
Nuove polemiche intorno al testo del Decreto legislativo di attuazione della Legge delega 67/2014 varato in Consiglio dei Ministri, lo scorso 3 dicembre, che depenalizza i cosiddetti reati minori, ovvero quelli che prevedono una pena detentiva non superiore ai 5 anni o una pena pecuniaria. Ad alzare le barricate è ancora una volta, così come avvenuto la scorsa settimana, l’ex ministro del governo Berlusconi, Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente.
“Non si riduce il carico giudiziario a scapito dei più deboli tra i deboli: gli animali. Il decreto legislativo sulla non punibilità è una resa dello Stato di fronte a crimini niente affatto ‘minori’. Daremo battaglia contro questa vergogna” – accusa la Brambilla – “Al massimo i colpevoli rischieranno di pagare risarcimenti in sede civile. Se questo fosse l’esito finale, saremmo di fronte ad una colossale ‘amnistia preventiva’ sui reati commessi a danno degli animali: i procedimenti per uccisione, abbandono, traffico di cuccioli, combattimenti, sevizie, etc. finirebbero, quasi sempre, nel calderone di quelli da chiudere ‘per particolare tenuità del fatto’, vanificando all’istante i faticosi progressi della legislazione penale nell’ultimo ventennio”.
Dice ancora l’ex ministro: “Sia chiaro, il sistema attuale è lungi dall’essere perfetto. Anche senza il decreto legislativo del 1 dicembre, oggi è praticamente impossibile, data l’esiguità delle pene, andare in galera anche per i più gravi tra i reati commessi a danno degli animali. Con il decreto però, se non si porrà rimedio, ci saranno archiviazioni e assoluzioni a raffica e addirittura vedremo gli aguzzini tornare in possesso degli animali sequestrati”.
La posizione di Sel
Anche la senatrice di Sel Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto a Palazzo Madama, la pensa come l’ex ministro Brambilla: “Sulla tutela degli animali avevamo fatto un passo in avanti verso la civiltà, ora dopo anni di lotte siamo di colpo tornati indietro”. Prosegue la senatrice: “La tutela degli animali deve essere un principio fondante in uno Stato che si consideri evoluto. Depenalizzare il reato di maltrattamento sugli animali è un atto di straordinaria disumanità, perché permette ai vili di farla franca. Daremo battaglia su questo ennesima mossa di sopruso nei confronti degli esseri più indifesi”.
Sicurezza stradale
Un altro dei punti più controversi è la depenalizzazione legata ai reati riguardanti la sicurezza stradale, tant’è che Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, ha scritto una missiva indirizzata al premier Renzi e ai ministri della Giustizia e dell’Interno per esprimere “preoccupazione sui contenuti della legge 67/2014, che, nel dare delega al governo in materia di pene detentive e di riforma del sistema sanzionatorio, non include la ‘circolazione stradale’ nell’elenco delle materie da non depenalizzare”.
Si legge ancora nella missiva: “Nel trasformare in illeciti amministrativi alcuni reati previsti dal codice penale o addirittura a depenalizzarli -reati che a nostro parere sono espressione di atti di prepotenza ingiustificabili- la suddetta legge, attenuando la gravità dei comportamenti lesivi dei diritti degli altri e riconfermando la discrezionalità dei magistrati nella valutazione della gravità del reato, offre agli stessi magistrati segnali di buonismo a danno della giustizia da garantire alle vittime ed ai familiari”.
L’associazione denuncia quindi “una forte incoerenza tra i contenuti di questa legge delega e le proprie richieste di espiazione certa di una pena carceraria per chi distrugge sulla strada, con grave trasgressione delle norme, i diritti inalienabili della vita e della salute. Censura la depenalizzazione dell’omissione di soccorso, che caratterizza la pirateria stradale e che non può assolutamente non costituire reato. Depenalizzare l’omissione di soccorso significa favorire la strage stradale”. In ultimo, l’appello al governo a rivedere la riforma che depenalizza molti reati.
GM