Renzi ospite di Fazio lancia il sito soldipubblici.gov

Matteo Renzi (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
Matteo Renzi (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

E’ un presidente del Consiglio a 360°, il Matteo Renzi che è stato ospite ieri sera di Fabio Fazio al programma televisivo “Che tempo che fa” in onda su Rai tre.
Renzi ha affrontato un po’ tutte le questioni spinose in ballo, difendendo come sempre la sua linea e i suoi argomenti spaziando dal tema delle riforme al cosiddetto patto del Nazzareno e la successione al Colle.
Il premier ha concluso una delle settimane più controverse da un punto di vista delle tensioni con i partiti delle opposizioni, puntando sulle proprie doti comunicative, partecipando a programmi radiofonici e televisivi, sviando in parte quello che è stato una vera bagarre nella “lunga notte del Senato”, alla prese con l’approvazione della Legge di Stabilità con la quale è stata incardinata tra l’altro, la riforma della legge elettorale e mettendo a tacere i Sindacati che, dopo l’incontro con il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, hanno annunciato “lotte crescenti”.

Ma il premier tira dritto per la sua strada e soddisfatto annuncia la messa online del sito “soldipubblici.gov.it” per la trasparenza sulle spese delle Pubbliche amministrazioni nel quale è possibile “accedere ai dati dei pagamenti delle Regioni, delle aziende sanitarie regionali, delle Province e dei Comuni, con cadenza mensile e aggiornamento al mese precedente”. Nel sito tuttavia non reca le spese dei ministeri, anche se nella hompage, precisa che nel futuro vi sarà un “allargamento degli Enti all’intera Pubblica amministrazione”.
Ma Renzi ha poi rilanciato il sito questa mattina con un tweet nel quale sottolinea: “Il sito Soldipubblici.it è un impegno mantenuto di questo 2014. Per un’Italia semplice e trasparente”.

Riforme

Entrando nel vivo del progetto politico del suo Governo, Renzi ha ribadito che “le riforme costituzionali e la nuova legge elettorale saranno approvate entro il 31 gennaio 2015” e in merito alla legge di Stabilità pur riconoscendo che “abbiamo fatto un pò di casini, di cui mi prendo tutta la colpa”,  ha voluto rassicurare che “con la legge, la pressione fiscale non è invariata, è diminuita”.
E sul Job Acts, il premier è certo che “le forme contrattuali si ridurranno” e che “sarà più facile avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato”.
“Cambierà però anche cosa accade se ti licenziano, con corsi di formazione fatti bene, un aiuto più forte da parte dello Stato ed un assegno. Questo toglie alibi per non assumere”, ha poi aggiunto.
Infine, Renzi ha concluso parlando del Consiglio dei ministri del 24 dicembre, ricordando che “ci saranno i decreti sul lavoro che vanno ad attuare la riforma; i decreti legislativi sul fisco; il decreto su Taranto con Ilva, museo, porto; esercito e carabinieri e alcune nomine”.

Tetto del 3%

In merito alla tetto del 3%, Renzi ha sottolineato che “nel 2015 vanno tolti gli investimenti dal computo del 3% per il rapporto deficit-pil. Nel 2015 cercheremo di mantenere tutti i nostri impegni Ue e lavoreremo perchè gli investimenti siano sbloccati dal patto di stabilità, anche levando dal computo i fondi europei”.
“Credo che in questo momento l’Italia abbia un problema di reputazione, però nel 2015 cercheremo di togliere questa impostazione. Nel 2015 manterremo tutti i nostri impegni europei, ma lavoreremo perché gli investimenti siano sbloccati dal patto di stabilità”.

Giustizia

Un periodo difficile per il premier alle prese tra la questione della successione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale, le riforme costituzionali, ma anche quella della Giustizia, per cui alla luce dell’inchiesta “Mafia Capitale”, addirittura l’Associazione Nazionale dei Magistrati lo ha criticato e in molti si chiedono se abbia senso aver presentato la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.
Ai magistrati, Renzi replica “srivano le sentenze, non comunicati stampa” e ricorda che “in Italia non sono tutti ladri. Se uno ha rubato, deve pagare e, se è dirigente pubblico, non deve più avere a che fare con la cosa pubblica”.

Il premier ha poi spiegato che quando “ho proposto le Olimpiadi a Roma nel 2024,  subito facce lunghe, gente che dice non si può fare, rubano. Ma la sfida del nostro governo è farli smettere di rubare, non non fare i grandi eventi. Un’idea diversa da Grillo, Salvini, da una certa sinistra sempre con il naso torto, sempre pronta a dire che l’Italia non ce la fa. Io credo nell’Italia che ce la fa”.

Colle e Patto del Nazzareno

Per quanto riguarda la successione al Colle, Renzi non si sbilancia nel totonomi, auspicando che il prossimo Capo dello Stato sia  nominato attraverso “un processo sereno, tranquillo, semplice, chiaro. Il Presidente della Repubblica è un garante, deve essere una persona di grande saggezza e equilibrio, eletto da una alleanza ampia, dovrebbe votarlo dai grillini a Fi a Sel, ma nessuno, nemmeno il Pd, ha diritto di veto”.
Renzi infine smentisce che la questione della successione al Colle sia inclusa nel Patto del Nazareno “stipulato” con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: “Il Patto del Nazareno riguardava le riforme e la legge elettorale. Non è il patto del mago Otelma. Certamente si cercherà sul Quirinale l’accordo con Berlusconi, che già ha votato Ciampi e Napolitano”.

C.D.