Migranti, quattro cadaveri su un barcone

Barcone carico di migranti  (HAFIDH/AFP/Getty Images)
Barcone carico di migranti (HAFIDH/AFP/Getty Images)

Un nuovo dramma dell’immigrazione si è consumato nelle scorse ore nel canale di Sicilia: nel corso di un’operazione di salvataggio avvenuta nella notte, il mercantile “Sea Supra”, battente bandiera di Cipro, ha prestato soccorso a un’imbarcazione alla deriva, portando in salvo una settantina di naufraghi. Mentre si portava a termine l’operazione, i natanti denunciavano la presenza sull’imbarcazione di quattro cadaveri, presumibilmente rimasti vittime del freddo che è solo lievemente mitigato da un dicembre non particolarmente gelido.

Sopravvissuti e cadaveri sono stati trasferiti sul cargo sul pattugliatore “Borsini” della Marina militare, nelle prime ore della mattinata, per poi essere condotti a terra. Nel frattempo, un extracomunitario indiziato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è stato fermato dalla Polizia: si tratterebbe dello scafista del gruppo di 96 immigrati sbarcati ieri a Pozzallo, in provincia di Ragusa. Con lui, è stato denunciato a piede libero un altro uomo, che si trova al momento ricoverato nel nosocomio di Modica.

Appena qualche ora prima, lo sbarco di oltre ottocento migranti, in larghissima parte siriani, trovati a bordo di un’imbarcazione, la “Carolyn Assense”, che viaggiava senza equipaggio con il solo pilota automatico. Il salvataggio, davvero anomalo essendo avvenuto in pieno inverno, è avvenuto grazie a una squadra di soccorso della Guardia Costiera, che seppur con difficoltà è riuscita a salire sul mercantile in movimento.

Dalla ricostruzione si apprende che i migranti sarebbero stati accompagnati a 120 miglia dalla costa e poi abbandonati dagli scafisti. Il prezzo del loro viaggio della speranza, che poteva davvero rischiare di finire in tragedia, la dice lunga sul business intorno al traffico di essere umani: settemila euro a persona.

Il bilancio 2014

Siamo a fine anno e tracciare un bilancio di questo  2014 da record per le rotte della migrazione attraverso il Canale di Sicilia equivale a dover fare i conti con uno spietato bollettino: l’Onu parla infatti di 380mila profughi che, spesso su imbarcazioni di fortuna, hanno provato la traversata in mare; oltre 3.500 di questi, nelle acque del Mediterraneo, hanno incontrato la morte.

 

GM