
Nonostante le polemiche, il Movimento Cinque Stelle prosegue il suo percorso di riorganizzazione e sul blog di Beppe Grillo è stata lanciata la votazione online per gli iscritti che entro le 19h di oggi, potranno scegliere tra una rosa di candidati due dei tre membri di quello che sarà il comitato d’appello che dovrà vagliare i ricorsi contro le espulsioni.
Il nuovo direttorio ha individuato una rosa di nomi, tra i quali: Davide Bono, David Borrelli, Giancarlo Cancelleri, Roberta Lombardi e Riccardo Nuti.
Secondo le indicazioni, il terzo membro sarà invece indicato dal Consiglio direttivo stesso, composto da Beppe Grillo, suo nipote Enrico e il commercialista del leader 5 Stelle, Enrico Maria Nadasi.
Il Movimento in un post pubblicato ieri sul blog ha spiegato di dotarsi di un regolamento interno, a partire dal sistema di votazione degli iscritti fino alla una norma che disciplina le procedure di espulsione dei propri iscritti, compresa la loro possibilità di ricorrere contro tali decisioni.
Infatti, nell’articolo 5 del regolamento viene indicata la creazione di un Comitato d’appello che può intervenire sul tema delle espulsioni.
Una procedura di garanzia che consente a chi è stato espulso di “proporre ricorso, a mezzo e-mail che verrà esaminato dal suddetto comitato d’appello entro il mese successivo”.
“Se il comitato d’appello ritiene sussistente la violazione contestata, conferma l’espulsione in via definitiva”, oppure, se invece “ritiene insussistente la violazione contestata, esprime il proprio parere motivato al capo politico del MoVimento 5 Stelle”.
Per cui “se quest’ultimo (Beppe Grill, ndro) rimane in disaccordo la decisione definitiva sull’espulsione avviene “mediante votazione in rete di tutti gli iscritti”.
Quello delle espulsioni facili è stato un metodo più volte contestato da molti parlamentari grillini passando spesso nel fronte dei cosiddetti dissidenti. Inoltre, la necessità di un regolamento rientra anche nelle nuove norme sul finanziamento dei partiti che aboliranno gradualmente i contributi pubblici. In base alla norme, viene anche indicato che i partiti dovranno inserire nello statuto “le misure disciplinari che possono essere adottate nei confronti degli iscritti, gli organi competenti ad assumerle e le procedure di ricorso previste, assicurando il diritto alla difesa e il rispetto del principio del contraddittorio”.
C.D.