
E’ tempo di bilanci sull’anno che si sta per concludere per la divisione americana di Fca: una nota della società su un blog parla del 2014 come di un “anno intenso e di trasformazione”. Dal nuovo nome, Fca Us al posto di Chrysler Group, che “meglio si allinea a quello della capogruppo”, si capisce che la divisione americana si sente parte della famiglia Fca – dopo l’acquisizione definitiva da parte di Fiat del 100% delle quote Chrysler, avvenuta a giugno – e in nome di questo ha “raccolto capitali per competere in modo efficace con i più grandi costruttori auto al mondo”.
A partire dal 2011, “Fca e Fca Us hanno rastrellato sui mercati finanziari statunitensi oltre 15 miliardi di dollari, di cui 8,7 miliardi quest’anno”, integrati da altri 3,9 miliardi di dollari prevenienti da bond e offerta di azioni ordinarie. “Per molte ragioni si tratta di un bel traguardo raggiunto in soli 44 mesi”, continua la nota, che poi apre ad una visione positiva sul futuro, dopo 56 mesi consecutivi di vendite su base annuale in crescita: “Abbiamo nuove sfide da affrontare e strade da intraprendere. Ci avviamo al 2015 con l’intento di realizzare il piano industriale”. In barba a quanti, quando Marchionne lo aveva presentato il 6 maggio scorso, lo avevano definito ambizioso.
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