Mafia Capitale, Carminati cambia di nuovo carcere

Mafia Capitale, intercettazioni Ros Carabinieri (screenshot youtube)
Mafia Capitale, intercettazioni Ros Carabinieri (screenshot youtube)

Nuovo spostamento per Massimo Carminati, considerato negli anni Settanta il punto di contatto tra l’organizzazione di estrema destra denominata Nar e la Banda della Magliana, e da qualche settimana in carcere in regime di 41-bis perché ritenuto ai vertici della cosiddetta Mafia Capitale. L’uomo è stato trasferito il giorno di Natale dal penitenziario di Tolmezzo a quello di Parma, come reso noto dal suo legale, l’avvocato Giosuè Naso.

Appena undici i giorni passati a Tolmezzo da Carminati, da qualche giorno dunque nello stesso penitenziario che “ospita”, ad esempio,Totò Riina. Spiega il suo legale: “Non conosco le motivazioni del trasferimento. Parma è un carcere più duro di Tolmezzo, ma forse hanno considerato che c’è un centro medico più attrezzato. Carminati ha un frammento di pallottola nel cranio, quella sparata da un poliziotto nell’81 che gli ha portato via l’occhio sinistro. Ha un’ablazione totale del bulbo oculare ed è costretto a una pulizia e a un cambio di cerotto quotidiani e c’è sempre un rischio teorico di infezione”.

Intanto, sembra che a fare le spese dell’operazione ‘Mondo di mezzo’ ci sarebbero anche decine di clochard: l’arresto di Salvatore Buzzi, numero uno delle coop romane, avrebbe infatti costretto a un ridimensionamento degli alloggi, in parte legati, a quanto pare, alla ‘Cooperativa 29 giugno’; attualmente il comune ha a disposizione 300 posti, dei quali 141 dormitorio e la neoassessora a Casa e Politiche Sociali, Francesca Danese, deve fare davvero i conti col pallottoliere per porre un argine all’emergenza.

Il membro della giunta Marino, però, a pochissimi giorni dalla nomina, sembra tutt’altro che timorosa e non si perde d’animo: “La mia priorità è quella di liberare più posti letto possibile, nella massima trasparenza”. Insiste la Danese: “Farò dei sopralluoghi per verificare le condizioni dell’assistenza e lo stato di salute delle persone che ne beneficeranno. Stiamo lavorando per una città dell’accoglienza, non dell’emergenza, che sappia far fronte al disagio e alla fragilità sociale con chiarezza e senza opacità”.

Corsa contro il tempo

Le fa eco il primo cittadino della Capitale: “Roma ha a cuore la protezione e la cura dei più deboli”. Ancora una volta  però a pagare le conseguenze più drammatiche di scandali come quello esploso a Roma sono proprio i più deboli, gli ultimi tra gli ultimi. E le temperature continuano a scendere, mettendo in moto una vera e propria corsa contro il tempo alla quale partecipa anche la Croce Rossa Italiana

Così il presidente della Croce Rossa di Roma Flavio Ronzi: “Abbiamo potenziato i servizi abituali fino al 15 gennaio e dato la disponibilità di uomini e mezzi della Cri a Roma Capitale per garantire l’assistenza nelle stazioni durante la notte e se necessario siamo pronti ad allestire un centro d’accoglienza”. Quindi conclude: “Le sale operative della Croce Rossa e del Comune di Roma sono in costante contattato e ai nostri ragazzi sul territorio ho chiesto di percorrere ogni angolo della città perché dobbiamo fare il massimo affinché a Roma nessuno muoia di freddo”.

 

GM