Caso marò, al lavoro per la svolta decisiva?

I marò Italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (Foto: STRDEL/AFP/GettyImages)
I marò Italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (Foto: STRDEL/AFP/GettyImages)

L’annuncio è arrivato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno: “Nelle ultime ore finalmente l’India ha aperto un canale di confronto con dichiarazioni ufficiali che noi abbiamo apprezzato molto”. Tradotto: oltre mille giorni dopo, la vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani accusati di omicidio da Nuova Delhi per la morte di due pescatori indiani nel golfo di Kerala avvenuta nel gennaio del 2012, potrebbe essere davvero vicina a una svolta.

Spiega Renzi: “E’ una vicenda molto seria e difficile per ciò che è avvenuto in passato. Oggi c’è una questione aperta che riguarda un Paese come l’India che è un Paese amico che ha finalmente aperto un canale di confronto diretto che abbiamo apprezzato. Pensiamo che sia utile mantenere il tono necessario, che è quello dei canali legittimi giudiziari e diplomatici, senza inutili show e iniziative politiche, di ministri dei governi precedenti che ho visto in questi giorni”.

Invito alla cautela, quindi, anche se il quotidiano indiano The Economic Times, nella sua versione online, parla di atteggiamento più morbido da parte del governo di Nuova Delhi, citando fonti qualificate e sottolineando come in più occasioni l’esecutivo guidato da Narendra Modi abbia già deciso di non opporsi presso la Corte Suprema, rispetto a decisioni che riguardano i due marò. Un esempio su tutti: l’autorizzazione per Latorre a recarsi in Italia dopo il malore accusato e il principio di ictus, in base a quello che lo ministro degli Esteri Sushma Swaraj aveva definito “un terreno umanitario”.

Giorni di tensione

Si tratta di notizie importanti che arrivano dopo giorni di tensione: terreno di scontro tra governo italiano e Ue da una parte e India dall’altra l’atteggiamento della Suprema Corte di Nuova Delhi. Aveva spiegato nei giorni scorsi il portavoce del governo indiano Syed Akbaruddin che la vicenda dei marò “è un tema all’esame della magistratura indiana” che “deve esprimersi prima che si possa andare avanti”, ovvero “il governo indiano può avere un punto di vista e considerare varie opzioni, ma fondamentalmente questa questione è in mano alla giustizia e dovrà andare attraverso un percorso legale e arrivare ad una decisione della magistratura affinché si possa andare avanti”.

Aveva indirettamente replicato l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini, intervistata da ‘Repubblica‘, spiegando che sulla questione dei marò l’Unione Europea “ha ripetutamente invitato, in questi tre anni, a una soluzione accettabile per l’Italia e per l’India. Le aspettative sono andate deluse, ma vogliamo vedere se vi sono margini d’intesa perché questa situazione è dolorosissima per i due marò, le loro famiglie e l’Italia”.

Le indiscrezioni di stampa odierne e le parole di Renzi hanno un po’ tirato su il  morale sulla vicenda, anche se il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ospite di ‘Uno Mattina’, sembra non pensarla proprio nello stesso modo: “Il dialogo dovrebbe produrre dei risultati, le domande che abbiamo avanzato erano domande di carattere umanitario, il fatto che non siano stato accolte ci ha contrariato. Finora i risultati sono assolutamente deludenti”.

 

GM