Renzi fiducioso nella conferenza stampa di fine anno

Matteo Renzi (JOHN THYS/AFP/Getty Images)
Matteo Renzi (JOHN THYS/AFP/Getty Images)

Il premier Matteo Renzi ha parlato alla consueta conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio, organizzata per questa occasione dall’Ordine dei Giornalisti in collaborazione con l’Associazione della stampa parlamentare e l’Associazione della stampa estera.Come in molte occasioni e com’è solitamente nel suo spirito, il primo ministro ha mostrato sicurezza e fiducia nel futuro, a fronte del “senso di preoccupazione, stanchezza, sfiducia” che pervade il Paese e che “non è solo un fatto economico, ma culturale, civile, sociale. Ma io sono sicuro ancor più di febbraio che non solo l’Italia ce la può fare ma che ce la farà senza ombra di dubbio”. Proprio l’anno a venire, secondo Renzi, “sarà decisivo”, anche se “non è un termine perentorio, è un termine impegnativo”, motivo per cui “insisto sul senso dell’urgenza”.

I cronisti hanno cercanti in diversi modi di “scucire” alcune dichiarazioni al premier su possibili candidati preferiti alla Presidenza della Repubblica, ma il Presidente del Consiglio ha abilmente glissato l’argomento lodando l’operato e lo spirito dell’attuale Capo dello Stato e invitando tutti al rispetto dei tempi: “Se e quando Napolitano deciderà di lasciare, avra’ il diritto, anzi il dovere da parte nostra, di ricevere un grazie. Fino a quel momento ogni discussione è vana. Da quel momento siamo nelle condizioni di poter individuare un successore”.

Renzi è tornato in vari momenti sulla ripresa economica, affermando che l’Italia “è in moto, ora l’obiettivo è farla correre”, invitando a “fare di tutto per far sì che l’Italia riprenda il suo ruolo nel mondo”. In ambito di politica comunitaria, la notizia di possibili elezioni anticipate in Grecia preoccupa molti analisti e commentatori, che temono, in caso di vittoria di Tsipras, notevoli riassestamenti nell’UE e relativi contraccolpi borsistici: anche su questo aspetto il premier si è mostrato tranquillo, confidando di escludere “l’effetto contagio dalla crisi della Grecia” ma mostrandosi ovviamente disponibile a confrontarsi e lavorare fianco a fianco con qualsiasi capo di stato estero.

Interpellato sull’attualità del suo governo, il premier è tornato a rivendicare i suoi successi con un’emblematica frase: “Siamo l’Esecutivo che ha fatto meno leggi e più riforme”, e si è schierato contro i “gufi” che “non sono quelli che non amano il Presidente del Consiglio, ma sono quelli che non amano l’Italia e che pensano che abbiamo bisogno di passato e non di futuro”.

Un riferimento, nemmeno troppo velato, quello ai sindacati e ai dipendenti pubblici, che su proposta di Renzi sono stati “stralciati” dai provvedimenti del Jobs Act: “In Consiglio dei ministri ho proposto io di togliere la norma perché non aveva senso inserirla in un provvedimento che parla di altro. Il Jobs act non si occupa di disciplinare i rapporti del pubblico impiego”, capitolo che invece spetta alla riforma della Madia della Pubblica Amministrazione.

Infine, Renzi è stato interpellato sulla gestione dei rapporti con l’India nell’ambito della vicenda dei due marò: a suo avviso è una faccenda “molto seria e molto difficile per ciò che è accaduto in passato, su cui ognuno di noi si tiene il suo giudizio. L’India, amica, alleata dell’Italia, nelle ultime ore ha aperto un canale di confronto diretto anche con dichiarazioni che abbiamo apprezzato. E’ utile per chiudere la vicenda mantenere il tono necessario dei canali legittimi giudiziari e diplomatici, senza inutili show o inutili iniziative politiche come alcune di quelle che ho visto, assolutamente incredibili, di ministri dei governi precedenti”.

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