
Era apparso in Piazza San Pietro, il 27 dicembre, nel giorno del 31esimo anniversario del suo colloquio con Papa Giovanni Paolo II , sottolineando di voler deporre delle rose bianche sulla tomba del defunto Pontefice, scatenando non poche reazioni da parte dell’opinione pubblica. Oggi, secondo quanto si apprende, l’ex “lupo grigio” Alì Agcà, l’uomo che il 13 maggio 1981 attentò alla vita di Papa Wojtyla, al momento trattenuto presso il Cie di Ponte Galeria, è stato oggetto di un decreto di espulsione.
L’ex terrorista dovrebbe essere accompagnato all’aeroporto di Fiumicino per poi venire rimpatriato in Turchia; Ali Agcà aveva sostenuto, intercettato da Repubblica.it, di essere pronto a restare “e a rispondere alle domande dei giudici sull’attentato a Wojtyla e sul caso Orlandi”. Proprio gli avvocati della famiglia di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa nel nulla nel 1983, avevano insistito perché l’ex terrorista venisse trattenuto.
Aveva affermato uno dei legali, Nicoletta Piergentili: “Da tempo Ali Agca continua a ripetere che lui sa dove è Emanuela Orlandi. Anche solo per fugare dubbi e interrogativi l’ex lupo grigio va ascoltato dalla magistratura italiana che da anni indaga sulla scomparsa della ragazza”. Anche il fratello della giovane, Pietro Orlandi, aveva sostenuto la necessità che si interrogasse l’ex terrorista: “In particolare, chiediamo che vengano approfondite le dichiarazioni fatte da Marco Fassoni Accetti che più volte ha nominato Ali Agca”.
Chiarimenti sull’identificazione
Intanto una nota dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano precisa: “Sabato 27 dicembre personale della Polizia di Stato preposto al servizio di vigilanza in Piazza S.Pietro ha notato verso le ore 12,40 Ali Agca in compagnia di un giornalista mentre sostavano nei pressi del sagrato della Basilica con l’intento di recarsi a far visita alla tomba di san Giovanni Paolo II”.
“Il personale della Polizia, informate immediatamente le autorità e gli uffici competenti, ha sottoposto Agca ai controlli di sicurezza di rito” – prosegue la nota – “Ottenuta l’autorizzazione da parte delle autorità Vaticane, Agca e il giornalista sono stati affidati alla Gendarmeria vaticana per l’ingresso nella Basilica. Ultimata la visita la Gendarmeria vaticana ha riconsegnato alla Polizia Agca per proseguire gli accertamenti sulla regolarità della presenza del cittadino turco sul territorio nazionale”.
GM