Ecco come imparammo a vedere i colori

bimba-quadri1Un team internazionale di scienziati ha lavorato per 20 anni e finalmente è riuscito a scoprire e spiegare il percorso evolutivo che ci ha portato a percepire tutti i colori dell’arcobaleno. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PLOS Genetics.

Questi ricercatori con a capo Shozo Yokoyama, biologo della Emory University di Atlanta (USA), hanno fatto fare alla scienza un passo importantissimo sullo sviluppo delle nostre capacità visive, sono riusciti a capire come l’antenato di uomo, gorilla e scimpanzé passò da una visione ultravioletta alla capacità di percepire la luce blu.

E’ stato un lavoro difficile e complesso: «Abbiamo tracciato tutto il percorso evolutivo, a partire da 90 milioni di anni fa, che ha portato alla visione dei colori» spiega Yokoyama «abbiamo indagato questi percorsi molecolari a livello chimico, genetico e funzionale». Studi precedenti avevano portato il team a spiegare come, tra i 45 e i 30 milioni di anni fa, un antenato comune a tutti i mammiferi placentati avesse aggiunto alla capacità di percepire la lunghezza d’onda del rosso e dell’ultravioletto, quella di vedere il verde.

Ma ecco spiegato il tutto: la visione tricromatica dell’uomo, quella che ci permette di vedere tutti i colori dello spettro luminoso, non è sempre stata completa. Nel 2008, Yokoyama aveva dimostrato come i lepidopi o pesci bandiera fossero passati dalla visione all’ultravioletto a quella del blu grazie a una singola mutazione genetica. Ma come si arrivò anche per noi umani alla percezione del blu?

Le proteine sono le vere responsabili. Gli scienziati hanno scoperto che 5 classi di proteine che si trovano nei fotorecettori della retina, le opsine, codificano i pigmenti per vedere nella penombra e a colori. Cambiamenti ambientali avvenuti in decine di miliardi di anni avrebbero indotto piccole mutazioni nei geni che codificano queste proteine, modificando pertanto la percezione cromatica.

In altre parole non sono stati solo i cambiamenti ambientali a condurre la selezione naturale delle proteine responsabili della visione tricromatica, ma anche l’ambiente molecolare. Il passaggio dalla visione ultravioletta a quella della luce blu sarebbe stato dunque lento e graduale, con l’ultimo, delicato cambiamento avvenuto tra i 45 e i 30 milioni di anni fa.

Giovanni Remigare