
Il bilancio delle vittime del traghetto italiano Norman Atlantic, naufragato con 411 passeggeri a bordo e 55 membri d’equipaggio, potrebbe drammaticamente aggravarsi e fino ad ora sono stati recuperati dieci corpi, ma secondo le autorità vi sarebbero ancora 38 disperi anche se non vi sono certezze sui numeri delle persone che mancano all’appello. In totale sono stati messi in salvo 427 passeggeri, tra i quali 44 italiani. Tuttavia permane il giallo sul fatto che vi siano anche persone a bordo che non risultavano nella lista dei passeggeri: infatti, vi sono già due naufraghi clandestini afghani sbarcati con altri 47 naufraghi al porto di Bari su un mercantile.
Inizialmente tra i dispersi risultavano anche passeggeri italiani, tra i quali Giuseppe Mancuso, un autotrasportatore di Messina e altri tre autotrasportatori napoletani che sarebbero tra le tre vittime italiani, secondo quanto ha reso noto la guardia costiera.
Il procuratore di Bari, Giovanni Volpe in conferenza stampa ha stimato che vi erano 499 persone a bordo, affermando che “la nave trasportava anche clandestini nascosti nelle stive” e che “il timore è che recuperato il relitto troveremo altri morti sul relitto”.
Le vittime sono due camionisti dipendenti della ditta Eurofish che erano a bordo del traghetto con un terzo collega ed erano tra i primi a salire sulle scialuppe di salvataggio. I corpi sarebbero stati riconosciuti dai parenti che hanno raggiunto ieri il porto di Bari.
Il ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha commento che il “porto d’imbarco dovrà ora verificare la corrispondenza delle liste” anche perché, il traghetto aveva già effettuato uno scalo nel corso del quale alcuni passeggeri potrebbero essere scesi. Dello stesso avviso il ministro della Difesa Roberta Pinotti che ha confermato: “Continueremo a scandagliare il mare per verificare se ci fossero ancora dispersi”.
Un’altra tragedia si è consumata questa mattina, con la morte di due operai albanesi al lavoro sul traghetto che stavo rimorchiando la Norman Atlantic verso il porto albanese di Valona. La Marina militare ha riferito che durante il traino la rottura del cavo ha colpito due marinai civili albanesi. Il team medico della nave San Giorgio della Marina ha constatato il decesso di entrambi”.
Indagini
Mentre sul caso indagano tre procure, quella di Bari, Brindisi e Lecce, per naufragio e omicidio colposo, il traghetto Norman Atlantic è stato posto sotto sequestro.
Il comandante e l’armatore Carlo Visentini sono indagati per atto dovuto per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. A differenza del caso della Costa Concordia, questa volta, il comandante Argilio Giacomazzi ha lasciato per ultimo la nave: “Spetta al comandante dichiarare che non ci sia nessuno. Il lavoro della marina, della protezione civile e di tutti è stato davvero impressionante. Esprimo la mia gratitudine e la vicinanza alle famiglie delle vittime”, ha dichiarato Giacomazzi.
Soccorsi difficili
L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina Militare, ha invece tenuto a ricordare che “recuperare 427 persone da una nave in fiamme, la maggior parte con elicotteri, mentre c’erano venti anche di 40 nodi, è stata un’impresa storica”. Un’impresa tanto più difficile se si considera il panico tra i passeggeri e secondo i racconti dei testimoni mentre i militari portavano via prima i bambini, le donne e gli anziani al livello dove potevano salire sull’elicottero, c’erano una cinquantina di uomini che li picchiavano e li buttavano fuori per prendere il loro posto.
E’ quanto riferisce il soprano greco Dimitra Theodossiou che doveva cantare al Teatro di Rimini. La soprano ha raccontato di aver “assistito a scene drammatiche, di vero panico, e per ore e ore non si vedeva la fine dell’incubo, soprattutto quanto è calato il buio e gli elicotteri tardavano a tornare”.
“E’ stato allucinante – prosegue Theodossiou – perché i militari portavano prima i bambini, le donne e gli anziani al livello dove potevano salire sull’elicottero, ma c’erano almeno una cinquantina di uomini, soprattutto turchi, iracheni e pachistani, che li picchiavano, tiravano loro i capelli e li buttavano fuori per prendere il loro posto. Anch’io sono stata picchiata e trascinata, hanno tentato di tirarmi giù dalle scale, ma ho reagito con forza. Ho detto: tocca a noi!”.
Attesa a Brindisi la nave della marina militare San Giorgio con a bordo 180 naufraghi e al momento ancora nelle acque territoriali albanesi. Le autorità ancora non hanno sciolto il nodo di quando potranno partire le imbarcazioni per approdare in Italia, in quanto restano in attesa, forze, del recupero di altri dispersi.
C.D.