
La Grecia scivola giorno dopo giorno verso il caos. Dopo la mancata elezione del presidente che ha aperto le porte alle elezioni anticipate del prossimo 25 gennaio è George Papandreou ha alimentare le incertezze del voto. L’ex primo ministro greco ha infatti lasciato il partito socialista per presentarsi alle elezioni del 25 gennaio con una sua nuova formazione politica. L’annuncio è stato dato dal sito personale dell’ex premier e la presentazione ufficiale è attesa per oggi. Il nome sarà “Movimento per il cambiamento” e avrà come simbolo una rosa. Secondo Papandreou la nuova formazione «dovrà dimostrarsi all’altezza della situazione rispondendo alle grandi necessità della Grecia e del popolo greco». Una scommessa: pochi infatti sono disposti a credere che la nuova creatura possa attrarre un numero significativo di voti. Più probabile che il Movimento vada ad aggravare la frammentazione politica verso cui sembra scivolare il Paese. La soglia di sbarramento per ottenere la rappresentanza in Parlamento fissata al 3% rischia di essere raggiunta da una pletora di formazioni politiche incapaci di esprimere una qualche forma di governabilità. Per ora si assiste alla spaccatura del Partito socialista con i vertici del Pasok – e in particolare il ministro degli Esteri Evangelis Venizelos – che hanno invano tentato di scongiurare la scissione. Un colpo letale per il partito, già ridotto a ruolo di comprimario nell’ultimo esecutivo guidato da Antonis Samaras. Secondo Papandreu il Paese ha bisogno di un governo di unità nazionale aperto anche a Syriza, la sinistra guidata da Alexis Tsipras, per uscire dalla crisi. Certo invocare l’unità quando si cavalca l’onda di una scissione nel partito fondato dal padre fa sembrare la decisione di Papandreou come il più recente – ma non l’ultimo – dei paradossi nella recente storia greca. Tra questi l’epilogo del governo da lui guidato nel 2012 quando, dopo aver auspicato un referendum sulle misure imposte dalla Troika, Papandreou si vide messo alla porta dalle Ue anche grazie alla condiscendenza interna al partito socialista. Un tradimento a cui Papandreou sembra rispondere oggi servendosi un piatto freddo che rischia ormai di non servire più a nulla, né a lui né alla Grecia.
Armando Del Bello